È questo l'ordine arrivato dalla Liga ai club di Primera e Segunda Division. Oggi "il calcio spagnolo avrebbe bisogno di circa 490 milioni di euro per finire la stagione. Si devono abbassare gli stipendi dei giocatori. I club non hanno altra scelta", ha spiegato il numero 1 del campionato, Javier Tebas
Il coronavirus ha messo in ginocchio il calcio spagnolo che prova a correre ai ripari con tagli agli stipendi stellari dei giocatori, ma anche del personale. È questo l’ordine arrivato dalla Liga ai club di Primera e Segunda Division che dovranno portare a compimento una riduzione degli ingaggi da quasi 500 milioni di euro nell’ambito del sistema di salary cap adottato già da diversi anni. E in fretta, visto che il calcolo è riferito alla stagione appena cominciata e, come specificato dal capo della Liga, Javier Tebas, ha lo scopo di salvare il calcio spagnolo dagli effetti della pandemia sulle casse dei club.
Così, a dover mettere mano agli accordi con i propri dipendenti saranno soprattutto i due Paperoni del calcio spagnolo, il Barcellona e il Real Madrid. Alle Merengues è stato chiesto un taglio del tetto salariale del 30%, mentre i Blaugrana dovranno addirittura dimezzare le spese per gli stipendi di calciatori, allenatori e dipendenti, tra cui anche medici, massaggiatori, assistenti e addetti agli impianti. Un’operazione risparmio che rischia anche di rendere la Liga meno appetibile per i top player che, così, potrebbero essere tentati a migrare anche verso altri campionati più ricchi.
La necessità di dimezzare le spese ha costretto la società catalana, ad esempio, a organizzare un confronto con i giocatori per cercare di arrivare a un accordo, come diverse società europee tentarono di fare nel corso della prima ondata. Il club potrà spendere massimo 382 milioni di euro contro i 671 della passata stagione. Al Real, invece, sarà concesso di spendere 468 milioni di euro contro i 641 precedenti. Minore l’impatto sull’Atletico Madrid, che passerà da 348 milioni a 252. Perdite, quelle registrate dai club, che sono state comunque inferiori rispetto a quelle calcolate nel caso di uno stop al campionato nell’estate scorsa: “Se a luglio non avessimo deciso di portare a termine il campionato ora avremmo perdite per 800-900 milioni“, ha spiegato Tebas. Oggi “il calcio spagnolo avrebbe bisogno di circa 490 milioni di euro per finire la stagione. Si devono abbassare gli stipendi dei giocatori. I club non hanno altra scelta“.