La direttrice Nunzia Vallini in un editoriale ha spiegato la decisione: "Scendiamo da questa giostra, usciamo da questa piazza malsana che ci fa diventare quello che non siamo, che non siamo mai stati e che non vogliamo diventare, ovvero la piattaforma di lancio di chi sfrutta questo tipo di dinamiche alimentando scontri e tensioni". In alcuni casi, racconta, non venivano condivise le notizie più delicate perché diventava difficile gestire i commenti
Il Giornale di Brescia, nell’editoriale scritto dalla direttrice Nunzia Vallini, ha annunciato la “sospensione degli aggiornamenti sulla sua pagina Facebook”. A causa di “troppe parole in libertà, troppi insulti, troppo astio. E troppi profili fake, che – continua Vallini – se non generano notizie altrettanto false, si dilettano in manipolazioni neppure tanto dissimulate”. Il quotidiano ha scelto quindi di uscire dai social, anche perché ritiene ci sia una “corresponsabilità quantomeno morale se gli aggiornamenti di una pagina diventano, volenti o nolenti, pretesto per veicolare falsità o, peggio ancora, commenti che nulla hanno a che vedere con la pluralità delle idee e loro libera e sacrosanta espressione, e ancor meno con il diritto-dovere di informare ed essere informati”.
La direttrice Vallini racconta che la pagina Facebook del Giornale di Brescia era ormai infestata da “falsità, rabbia e frustrazioni”, al punto che la redazione evitava di pubblicare su Facebook le notizie più delicate, “perché diventava impossibile moderare il fiume dei commenti”. Il quotidiano di Brescia sarebbe stato infatti attaccato dalla precisa volontà di qualcuno di infiammare il dibattito online (in gergo viene chiamato flame), godendo dell’algoritmo di Fb che privilegia la visibilità dei contenuti che innescano più reazioni. “In azione sulla pagina – spiega Vallini – non erano ‘amici’ seppur falsi, bensì bot (robot) capaci di sparare messaggi a raffica con automatismi che hanno reso vano ogni tentativo di moderazione manuale. Ecco perché abbiamo messo in lockdowm la nostra pagina Fb: scendiamo da questa giostra, usciamo da questa piazza malsana che ci fa diventare quello che non siamo, che non siamo mai stati e che non vogliamo diventare, ovvero la piattaforma di lancio di chi sfrutta questo tipo di dinamiche alimentando scontri e tensioni, oltre che una vera e propria campagna di disinformazione spacciata per sedicente controinformazione”.