Giovanni Castellucci è rimasto in silenzio: l’ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova sulle criticità – in termini di sicurezza – delle barriere fonoassorbenti montate sulla rete autostradale. Castellucci è agli arresti domiciliari da mercoledì scorso. Il suo legale Carlo Longari, fa sapere che l’ex ad di Aspi “ha preferito non rispondere oggi alle domande del Giudice per le indagini preliminari, riservandosi di chiarire quanto a lui contestato al Pubblico ministero non appena avrà avuto modo di leggere le oltre sedicimila pagine depositate a sostegno della misura cautelare emessa nei suoi confronti”. “Ritengo comunque censurabili le esigenze cautelari indicate nella misura stessa e per tale ragione ho proposto istanza al Tribunale per il Riesame”, ha annunciato l’avvocato.

Nelle 105 pagine di ordinanza il giudice Paola Faggioni ha motivato la misura degli arresti domiciliari per l’ex numero uno di Aspi parlando di “una personalità spregiudicata e incurante del rispetto delle regole, ispirata ad una logica strettamente commerciale e personalistica, anche a scapito della sicurezza collettiva”. Inoltre, si legge sempre nel’ordinanza, Castellucci è un manager che “ha sempre avuto il pieno controllo di Aspi e per molto tempo anche di Atlantia e, nonostante le sue dimissioni dal gruppo, sussiste il pericolo attuale e concreto di inquinamento probatorio e di reiterazione di reati”.

Mercoledì scorso sono stati disposti gli arresti domiciliari anche per altri due ex manager di Aspi: Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni. Secondo l’accusa, sostenuta dagli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle di Genova guidati dal colonnello Ivan Bixio, i dirigenti sapevano che le barriere erano difettose perché progettate male e costruite con materiale scadente ma non le sostituirono per non spendere troppi soldi e consentire alla società di distribuire utili ai soci. Si indaga per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode.

Donferri ha parlato per quasi tre ore e ha respinto le accuse. “Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Giorgio Perroni – ha risposto a tutte le domande sia per quanto riguarda le barriere, entrando nel merito, sia per il resto delle contestazioni e abbiamo respinto ogni accusa. Abbiamo ristabilito l’onorabilità di un uomo che per un anno è passato come quello che faceva abbassare i voti a Spea, ma non è così. Nei prossimi giorni faremo riesame”.

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