Sono a Napoli in lockdown con l’anziana madre. Rispetto le sue paure anche se molte sono dettate più dal terrorismo psicologico seminato dai virologi della tivù. Ma dove lo troveranno il tempo, non dovrebbero curare i malati?! Ma di questo ne abbiamo già parlato.
Devo andare a Milano per provatissime esigenze lavorative. La lascio con un po’ di magone, ne guadagnerà il mio punto vita lievitato (altro effetto collaterale e non trascurabile della clausura forzata) a furia di ragù e torroni pistacchiosi della Dolce Idea (chi abita a Monte di Dio sa di cosa parlo).
Su Italo, venduto agli americani, stendo un velo di carità, ho già dedicato loro qualche flash di pensiero tipo: “Tu vo’ fa’ l’americano, ma ci freghi in Italy…” oppure “Italo sono i Benetton delle Ferrovie” dunque non mi rimane altro che viaggiare con Trenitalia.
Sapete quando diamine è costato un biglietto solo andata Napoli-Milano, seconda classe? Su, dai, provate a indovinare: l’esorbitante cifra di 103 euro. Apro parentesi: mi misurano la temperatura come varco la soglia di ogni luogo pubblico. Neanche un termoscanner si può permettere la pubblic company di Trenitalia? Chiudo parentesi.
Provengo da zona rossa, potrei avere 39 di febbre (per gli zelanti della cromopartizione) e mi lascerebbero lo stesso salire sul treno. Mi regalano invece un kit anti-covid che fa più male all’ambiente che alle tasche del servizio pubblico: plastiche dentro plastiche scarto un bicchierino, una mascherina, due gel, copriseduta, acqua e altre corbellerie. Per carità, tutto utile e inutile allo stesso tempo.
Per chi non lo sapesse il governo ha stanziato 1,2 miliardi di aiuti per il settore trasporti, altri sono in arrivo con il Recovery fund: Trenitalia ne beneficerà sicuramente, tanto è vero che qualcuno avanza l’ipotesi che voglia comprare Italo a prezzi di saldo visto che l’80% dei loro treni è fermo.
De Luca parla di sciacallaggio mediatico, io parlo di sciacalli tout court. Siamo tutti stremati dalla crisi ma le piccole ruberie ai consumatori da parte di chi è invece sommerso da una montagna di euro non mi piacciono. E il Codacons, quello che a me sembra l’ente più inutile che ci sia e che dovrebbe tutelare i consumatori, oltre a riscaldare poltrone e intascare stipendi cosa fa? Chi controlla il controllore? Chi lo sa alzi un dito. Non segue dibattito.
E allora mi rivolgo a Federica Zanella, deputata di Forza Italia dalla lunga attività istituzionale con deleghe Agcom nel mondo delle telecomunicazioni. Intanto a Napoli ci ritorno in autostop.