I numeri spaventosi che arrivano dalla Siae (la spesa del pubblico per gli spettacoli è calata di 1,8 miliardi di euro rispetto al primo semestre del 2019) e i numerosi appelli degli artisti, Bauli in Piazza, La Musica che gira e il Fondo Scena Unita hanno spinto il MIBACT ad aprire un tavolo tecnico urgente per le riforme del settore, necessario per uscire dal profondo stato di crisi, a causa della pandemia e non solo
Uno spiraglio di luce nella situazione difficile dei lavoratori fragili dello spettacolo, fermi dallo scorso marzo a causa della pandemia con i grandi eventi fermi in tutta Italia. Dopo le manifestazioni dei Bauli in piazza, La Musica che gira, i sindacati, gli appelli degli artisti, l’azione di Assomusica e non ultimo il Fondo Scena Unita lanciata da Fedez e altri 70 colleghi, arriva la comunicazione ufficiale dalle istituzioni per iniziare a lavorare a una profonda riforma del settore per garantire tutele (ad oggi assenti) a chi lavora in questo campo.
MIBACT e il ministro Dario Franceschini hanno annunciato l’attivazione di un tavolo permanente per lo spettacolo e il cinema. Nella sezione per lo spettacolo dal vivo parteciperanno le seguenti organizzazioni: La Musica che gira, AFI, AGIS, AIDAP, ANEM, ANFOLS, ASSOMUSICA, Assolirica, ATIP, Bauli In Piazza, CGIL, CISL, Cresco, Facciamolaconta, FAS, Federvivo, FEDITART, FEM, FIALS, FIME, FIMI, Italialive, PMI, Squadralive, Scena Unita, UGL, UIL, UNITA.
Un tavolo necessario anche per i numeri allarmanti arrivati dall’Annuario degli spettacoli di Siae. La spesa del pubblico è calata di 1,8 miliardi, prendendo a esame il primo semestre 2020 nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Tradotto in percentuale, si tratta del 72,9% in meno, con una spesa al botteghino scesa di oltre 847 milioni (-66,9%). Sul versante degli spettacoli musicali, l’attività concertistica ha sofferto più di tutti (-188 milioni). In termini percentuali, nessuno perde come i concerti: -86,7% la spesa del pubblico e -86,4% la spesa al botteghino.
“Questi sono dati che si riferiscono ai primi sei mesi dell’anno, quindi al primo lockdown. – commenta il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera – I nostri associati, fino a ottobre, hanno perso il 95% e a fine anno arriveremo a -97%. Servono aiuti strutturali tarati sull’intero anno, come si è fatto altrove in Europa. I bandi spot di aiuto non bastano più”.