A un mese esatto dal primo varo “salvo intese” la legge di Bilancio è stata bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato e firmata dal presidente della Repubblica. Poco dopo è approdata alla Camera per l’avvio dell’iter parlamentare con un ritardo da record. I tempi per l’approvazione del Parlamento – che quest’anno ha a disposizione per le proprie modifiche la cifra monstre di 800 milioni – sono a questo punto strettissimi e il provvedimento di 229 articoli sarà esaminato solo da Montecitorio. Giovedì si riunirà l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio per stabilire i tempi dell’iter e decidere i relatori: c’è l’ipotesi di un relatore di minoranza di Forza Italia, dopo le aperture di Silvio Berlusconi a “mettere da parte polemiche e recriminazioni e collaborare” e il via libera del Pd. e del premier Giuseppe Conte, purché il dialogo si limiti alla manovra.
Intanto Palazzo Madama continuerà l’esame dei decreti Ristori uno e bis, in attesa del terzo che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni. Il prossimo 25 novembre poi, come anticipato nei giorni scorsi, l’aula del Senato voterà un nuovo scostamento di Bilancio su cui il cdm delibererà tra giovedì e venerdì. Forza Italia “è disposta a valutare il voto favorevole”, ha confermato Berlusconi.
Nell’ultima versione è saltata la contestata norma che istituiva una nuova fondazione per la cybersicurezza cara a Italia viva (festeggia il Pd) mentre sono state aggiunte altre tre misure, tra cui un incremento a 25 milioni l’anno del fondo per i caregiver familiari. In attesa del “Ristori ter” è poi sceso da 4 a 3,8 miliardi, per il 2021, il Fondo “per il sostegno delle attività produttive maggiormente colpite dall’emergenza epidemiologica”. Si conferma invece il finanziamento di 8 miliardi nel 2022 e 7 miliardi nel 2023 per riforma del fisco e per l’assegno unico, che parte da luglio 2021 con 3 miliardi. Alla misura per le famiglie andranno, a regime, “non meno di 5” e “non più di 6” miliardi l’anno.
Arriva poi un fondo da 120 miliardi in tre anni come anticipazione in attesa che arrivino i soldi europei del Recovery fund. Attualmente bloccati dai veti di Polonia, Ungheria e Slovenia, che rischiano di far slittare l’approvazione. “Per l’attuazione del Programma Next Generation Eu“, si legge, “è istituito, nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle finanze, quale anticipazione rispetto ai contributi provenienti dall’Unione europea, il “Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU – Italia”, con una dotazione di 34.775 milioni di euro per il 2021, 41.305 milioni per l’anno 2022 e 44.573 milioni per l’anno 2023″.
Viene definita anche la cornice normativa per l’attuazione del Recovery Plan italiano. Entro marzo il Tesoro definisce “procedure amministrativo-contabili” e “le modalità di rendicontazione” delle spese e con Dpcm le modalità “di rilevazione dei dati” di ogni “singolo progetto”, con particolare attenzione a tempi e spese. La Ragioneria metterà a disposizione un “apposito sistema informatico”. Ci saranno due conti separati (con amministrazione automa e gestione fuori bilancio) per sussidi a fondo perduto e prestiti, una struttura ad hoc di “coordinamento, raccordo e sostegno” interna alla Ragioneria generale dello Stato e, entro la fine di giugno ogni anno a partire già dal 2021, una relazione al Parlamento con i “prospetti sull’utilizzo delle risorse” e i “risultati raggiunti”.