Il Dpcm del 3 novembre scorso ha decretato il passaggio al 100% in didattica a distanza alle superiori in tutto il Paese. Lezioni da casa anche per le classi seconde e terze medie nelle zone rosse. Per gli altri gradi di scuola sono scattate le decisioni dei governatori
Regione che vai ordinanza che trovi. Dalla Basilicata a Bolzano, alcuni governatori hanno deciso lo stop alle lezioni in presenza per tutti. In Puglia possono scegliere i genitori, in Veneto è vietato fare educazione fisica. In Umbria, invece, restano in presenza solo le elementari. Il Dpcm del 3 novembre scorso ha decretato il passaggio al 100% in didattica a distanza alle superiori in tutto il Paese. Lezioni da casa anche per le classi seconde e terze medie nelle zone rosse. Per gli altri gradi di scuola, per i quali la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si è battuta per le lezioni in presenza, sono scattate le decisioni dei presidenti di Regione: quindi le scuole del primo ciclo (elementari e medie) hanno chiuso o sono rimaste aperte a seconda delle decisioni dei governatori. Ecco una panoramica regione per regione:
Nel Lazio, in Molise, nella Provincia autonoma di Trento, in Sardegna e in Veneto (tutte regioni in zona gialla), le lezioni continuano in presenza fino alla classe terza della secondaria di primo grado (medie) e a distanza nelle superiori, secondo quanto disposto dal Dpcm del 3 novembre. Unica eccezione la fa la Provincia autonoma di Trento dove il presidente Maurizio Fugatti con l’ordinanza 54 del 14 novembre scorso ha previsto anche nei comuni in fascia rossa scuole aperte fino alla terza media. “Nei Comuni in cui il tasso di contagio da Covid-19 è superiore al 3% della popolazione residente – si legge nel documento – si applicano per analogia le misure di cui all’articolo 3, comma 4, del Dpcm 3 novembre 2020 (quelle delle zone rosse, ndr). A differenza di quanto previsto dall’articolo 3, comma 4, del predetto Dpcm, si dispone nei predetti Comuni lo svolgimento in presenza anche del secondo e del terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado”.
In zona arancione, dove per ciò che riguarda le misure per la scuola non cambia nulla rispetto alla zona gialla, sono state collocate le regioni Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche. Ma ecco anche in questo scenario i casi particolari.
In Puglia, per effetto dell’ordinanza numero 413 del 6 novembre scorso firmata dal governatore Michele Emiliano, i genitori possono scegliere la didattica a distanza o in presenza: “Le istituzioni scolastiche – c’è scritto nell’ordinanza – del medesimo primo ciclo di istruzione devono garantire il collegamento online in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente per i propri figli di adottare la didattica digitale integrata, anche in forma mista, e anche per periodi di tempo limitati coincidenti con eventuali quarantene o isolamenti fiduciari, in luogo dell’attività in presenza. Ove questo collegamento non possa essere garantito immediatamente, ogni singolo istituto, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, deve ricercare ogni altra modalità utile a consentire comunque l’attivazione della didattica digitale integrata”.
In Umbria è stata firmata dalla Presidente della Regione, Donatella Tesei, un’ordinanza (la numero 71 del 13 novembre) in vigore sino al 22 novembre che ha prorogato alcune restrizioni già in essere che si sommano a quanto previsto dal Dpcm. Tra queste, a decorrere dal 15 novembre, è stata confermata la didattica a distanza per le scuole secondarie di primo e secondo grado statali e paritarie.
In Basilicata, con l’ ordinanza numero 44 del 15 novembre, è stata disposta dal 17 novembre al 3 dicembre la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado della regione.
In zona rossa ci sono le regioni Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Toscana. In queste aree restano sospese le attività didattiche in presenza dalla seconda media fino alla classe quinta delle superiori.
Caso a parte per la Campania dove le scuole sono tutte chiuse. Il governatore Vincenzo De Luca ha firmato l’ordinanza numero 90 del 15 novembre che dispone la chiusura delle attività in presenza fino alla prima elementare dal 16 al 23 novembre e la sospensione delle lezioni in presenza per tutte le altre classi diverse dalle prime e per le classi prime della secondaria di primo grado fino al 29 novembre. Dal 24 novembre torneranno in presenza i bambini campani dell’infanzia e delle prime classi della primaria.
Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha firmato il 12 novembre scorso l’ordinanza numero 69 con cui si dispone la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole fino al 22 novembre, tranne che per i figli di coloro che lavorano nei cosiddetti servizi essenziali (limitatamente a scuola infanzia e primaria). Allo stesso modo potranno essere presenti nelle aule scolastiche i bambini certificati e quelli che si trovano in una situazione sociale difficile comprovata.
La Calabria, con l’ ordinanza numero 87 del 14 novembre scorso, ha disposto la sospensione in presenza, di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, rimettendo in capo alle autorità scolastiche la rimodulazione delle stesse. La Regione ha chiarito, attraverso una nota del 15 novembre che la sospensione non riguarda i servizi educativi 0-3 anni.
Ci sono, infine, tre altre ordinanze che hanno fatto molto discutere. In Veneto ed Emilia-Romagna sono sospese nelle scuole di primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) le lezioni di educazione fisica, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato. Inizialmente anche il Friuli-Venezia Giulia era andato in questa direzione ma poi il governatore Massimiliano Fedriga ha fatto marcia indietro ritirando l’ordinanza numero 41.