Anche se l’amministratore delegato di Pfizer Alber Bourla ripete spesso di non aver preso fondi dai contribuenti americani per la ricerca e lo sviluppo del vaccino che la sua azienda sta sviluppando, la società ha beneficiato di quasi due miliardi di dollari provenienti dall’operazione “Warp Speed” del governo americano “per la produzione e consegna su larga scala di 100 milioni di dosi”. Il suo partner commerciale BioNTech ha invece beneficiato di 445 milioni di dollari concessi dal ministero tedesco della ricerca e dell’educazione per la ricerca e lo sviluppo. A questi 2,4 miliardi di dollari – ottenuti da Pfizer/BioNTech prima ancora di avere un vaccino garantito come sicuro ed efficace – si aggiunge il prestito da 118 milioni di dollari concessi dalla Banca europea degli investimenti a BioNTech. Inoltre, il comunicato con cui la Commissione europea ieri ha annunciato il contratto siglato con Pfizer/BioNTech per assicurarsi 300 milioni di dosi menziona un “sostegno” a questo vaccino, pur non citando l’importo.
Almeno 12 miliardi di dollari di fondi pubblici già erogati a sei gruppi farmaceutici – Medici senza frontiere ha calcolato che almeno 12 miliardi di dollari di fondi pubblici sono stati già erogati a sei delle società più avanti nella sperimentazione di vaccini contro il Covid 19, nonostante non vi sia certezza che saranno sicuri ed efficaci. Il vaccino più finanziato è quello di Moderna, società americana nata nel 2010 che ha ricevuto dagli Stati Uniti almeno 2,48 miliardi di dollari. Come ci spiega l’associazione Public Citizen che ha realizzato il “Barda funding tracker” che traccia i finanziamenti pubblici erogati dal Barda, l’autorità americana per lo sviluppo di farmaci innovativi, per trattamenti e vaccini anti-Covid: “1,52 miliardi fanno riferimento all’accordo di preacquisto di 100 milioni di dosi siglato dall’amministrazione Usa, mentre ulteriori 955 milioni sono stati dati precedentemente per lo sviluppo del vaccino”. Ulteriore finanziamento, di cui però non si conosce l’importo è stato erogato, afferma Msf, da Cepi, fondazione internazionale che riceve risorse da governi e privati per garantire vaccini ai paesi in via di sviluppo.
Tra i potenziali vaccini che hanno raccolto più fondi pubblici segue quello sviluppato dalle società Sanofi e Glaxo Smith Kline: 2,1 miliardi di dollari dal Barda per lo sviluppo e la consegna delle prime 100 milioni di dosi. L’americana Novavax ha ottenuto, in collaborazione con il Serum institute indiano, quasi 2 miliardi di dollari: 1,6 dall’operazione Warp Speed e 388 milioni da Cepi. L’anglo svedese AstraZeneca – con cui collabora la società Irbm di Pomezia – ha ottenuto almeno 1,7 miliardi di dollari: 1,2 miliardi dagli Usa per ricerca e sviluppo (operazione Warp Speed) e 86 milioni di dollari dal governo britannico (equivalenti a 65,5 sterline andate all’Università di Oxford) per prenotare 100 milioni di dosi. Almeno ulteriori 402 milioni di dollari sono poi arrivati da Cepi. L’azienda farmaceutica Janssen del gruppo Johnson&Johnson ha invece ricevuto 1,5 miliardi di dollari dal Barda per ricerca, sviluppo e produzione di 100 milioni di dosi del vaccino.
Europarlamentare: “Ue meno trasparente degli Usa”- Nei 12 miliardi di dollari già ricevuti dalle aziende produttrici di vaccini si dovrebbe aggiungere il contributo che, secondo quanto previsto dalla strategia europea per i vaccini anti-Covid 19, viene erogato attraverso gli “accordi preliminari di acquisto” siglati dalla Commissione con le varie aziende produttrici. “A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti dove c’è più trasparenza sull’ammontare di fondi pubblici usati per sostenere i costi di ricerca, sviluppo e produzione di farmaci contro il Covid 19, la Commissione non dice quanto ha pagato e quanto esattamente dovranno pagare gli Stati” afferma Marc Botenga, europarlamentare del gruppo Gue – Ngl.
Una richiesta presentata dal Corporate Europe Observatory per avere accesso al contratto preliminare di acquisto siglato a fine agosto con AstraZeneca è stata rifiutata dalla Commissione che ha affermato di non poter rivelare i dettagli del contratto per l’esigenza di tutelare gli interessi commerciali del gigante farmaceutico e lo contratto. Finora sono quattro gli accordi firmati dalla Commissione con aziende produttrici di vaccini: di nessuno sono stati pubblicati i dettagli. Secondo informazioni non ufficiali ottenute da Reuters, per prenotare 300 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca la Commissione avrebbe anticipato 336 milioni di euro (ovvero 396 milioni di dollari), mentre per assicurarsi altrettante dosi del vaccino Sanofi/GlaxoSmithKlein a metà settembre avrebbe pagato 324 milioni di euro. L’8 ottobre c’è stata la firma del contratto con Janssen, società farmaceutica di Johnson&Johnson. Le informazioni filtrate riguardanti il vaccino Pfizer/BioNTech parlano invece di un accordo dal valore di quasi 5 miliardi di dollari (300 milioni di dosi da 19,5 dollari). Ma sono tutte informazioni ottenute da fonti anonime.
La strategia europea per i vaccini e il sistema degli accordi preliminari di acquisto – Nella Comunicazione sulla strategia europea per il vaccino anti Covid19 si legge che, attraverso contratti preliminari di acquisto, la Commissione paga alle aziende un contributo per i costi di sviluppo e produzione del farmaco “in cambio del diritto – per gli Stati membri – di comprare un determinato numero di dosi di vaccino in un dato periodo e a un determinato prezzo”. Questo significa che se il vaccino sarà efficace e sicuro gli Stati dovranno acquistarlo alle condizioni stabilite dalla Commissione, se invece non lo sarà, il contributo europeo sarà stato comunque erogato. “Vi è il rischio, molto concreto, che nessuno dei candidati che beneficiano del sostegno abbia successo – si legge – tuttavia, il valore di un accesso precoce a un vaccino è enorme in termini di vite umane salvate e di danni economici evitati. È un rischio che vale la pena di correre”. La Commissione non ha finora pubblicato né il prezzo pagato dal bilancio dell’Ue per questa “polizza assicurativa” a favore delle aziende, né quello che dovrà essere ulteriormente erogato dai singoli Stati membri per l’acquisto delle dosi dei vaccini, nel caso in cui al termine della sperimentazione, che è ancora in corso, i dati clinici proveranno che sarà davvero sicuro ed efficace.
Questo articolo è parte dell’inchiesta collaborativa transnazionale “Behind The Pledge” finanziata da Journalismfund e dal programma Investigative journalism for Europe (IJ4EU)