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Vasco Rossi: “Sono sopravvissuto a 3 malattie mortali e al coma per 3 o 4 volte. Sono un ‘Super vissuto'”

Il rocker in attesa di pubblicare il primo singolo del 2021 proprio l'1 gennaio (“sarà una canzone d'amore”) è al lavoro al suo nuovo album e ha anche pubblicato una lettera intensa in cui racconta la sua sopravvivenza dagli Anni 70 al 2000. “Sono un Super Vissuto!”, afferma Vasco

Vasco Rossi racconta la sua vita e lo fa su Vanity Fair. Il rocker spiega in una lettera inedita che cosa significhi per lui “vivere” e “sopravvivere”. Il suo sguardo poetico per raccontare come è sopravvissuto a 4 decenni di storia e di vita, dall’infanzia a Zocca fino agli anni di piombo, portando la sua musica oltre gli anni 80, i 90 e i 2000. E poi arriva la conferma: “Ho una nuova canzone che esce il primo gennaio 2021 e sarà una canzone d’amore”.

“Se non sono un sopravvissuto io… Io sono un… Super Vissuto! – afferma Vasco -. È veramente un brutto periodo. Per tutti. Una catastrofe planetaria che nessuno avrebbe potuto immaginare, sarebbe stato peggio solo se ci avesse colpiti un meteorite! Nessun sistema sanitario può reggere a lungo in una emergenza del genere. E noi? Dovremo ancora stare chiusi in casa e per noi che abbiamo bisogno di urlare, di cantare, di ‘assembrarci’ è ancora molto lontana la possibilità di fare concerti. Ma sopravviveremo anche a questo”.

Poi il pensiero di Vasco torna alla gioventù: “Sono sopravvissuto alla noia. Vivendo a Zocca sapevo che da lì bisognava partire perché se sei in pensione ci stai benissimo, ma a 20 anni non c’è niente da fare”. Arrivano la radio, le prime canzoni, gli amici e gli Anni 70: “Sono sopravvissuto quando c’erano gli anni di piombo, le Brigate rosse, Lotta Continua e Potere Operaio. Io ero un indiano metropolitano, un uomo anarchico. Sembravano dei matti quelli che si chiamavano ‘potere operaio’ ed erano studenti, come gli altri che si chiamavano ‘lotta continua’, e poi al pomeriggio tornavano tutti a casa, dai genitori perché erano studenti. E la loro lotta continua finiva lì. (Che poi, si sa, come sono finiti, tutti a lavorare per i Berlusconi, bene o male)”.

Gli Anni 80 vengono definiti dall’artista “quelli più stupidi del secolo, ma anche i più belli e divertenti del rock in italiano sberleffi e provocazioni contro i perbenisti, i moralisti, i furbetti”. Sopravvivenza anche allora “alla droga e agli eccessi di quegli anni. Ne ho combinate di cazzate, ma le ho anche pagate tutte”. Negli Anni 90 arriva l’amore: “Sono riuscito a tenere in piedi quella famiglia! Grazie naturalmente alla Laura che ne è stata l’artefice e una compagna straordinaria. Abbiamo amato il ‘progetto famiglia’, qualcosa di solido che si costruisce insieme, che va oltre alla passione e si trasforma via via in affetto, amore”.

Gli anni 2000 sono stati faticosi sia per il cuore che per lo spirito: “Sono andato in depressione gli amici hanno cominciato a morire intorno, Lolli, Massimo, Marietto” e poi “tre malattie mortali, nel 2011, quando sono andato in coma per 3 o 4 volte”. Vasco non scherzava affatto, lui è davvero un “ Super Vissuto”.