Chi mi conosce sa come in molte occasioni io abbia contestato ed attaccato, anche duramente, sia Mattia Binotto che Sebastian Vettel. Stavolta però, con Binotto a casa (ed io credo forzosamente) è il tedesco a prendersi una rivalsa con colui che telefonicamente nell’inverno passato gli comunicò che il rapporto con la Ferrari si sarebbe concluso a fine stagione. Lascio spazio in questo mio blog ad un post che il mio amico Alessandro Francese, collaboratore di F1Sport.it, mi ha inoltrato e che con piacere condivido con voi miei lettori in attesa dei vostri commenti.
di Alessandro Francese
In Turchia Sebastian Vettel ha sorpreso sfoderando una prestazione da campione, non era bollito? Dopo la gara, mimetizzata dal sorriso, la dedica a Mattia Binotto: “Senza di lui il miglior risultato stagionale, lasciamolo a casa più spesso”.
Va bene lo ammetto. Messa giù così la questione è molto più provocatoria di quanto lo sia stata in realtà. Immaginiamo però le parole pronunciate da Vettel dopo il Gp di Turchia prive di tono scherzoso: “Senza Binotto abbiamo fatto il miglior risultato stagionale, dovremmo lasciarlo a casa più spesso”; suonerebbero come un macigno.
Vettel ha scherzato, va bene. Alla fine però ha detto qualcosa che pensava veramente. Vettel non era bollito? La verità è che lo pensavano in molti, tra cui io. Tanti fuori dalla Ferrari, qualcuno dentro. Domenica si sono ri-visti l’orgoglio, la passione ed il talento che Vettel ha voluto ri-mettere in pista nel momento in cui si è ri-trovato a lottare per qualcosa di importante.
Diciamo la verità: Vettel e la Ferrari erano una storia d’amore finita da un bel po’. Questo 2020 è stato un annus horribilis per entrambi. Vettel non aveva mai fatto così male in Formula 1 e la Ferrari ci è andata vicinissima. Ma cosa è successo nella testa del pilota? Si è sentito accantonato, forse tradito e ferito, escluso dal progetto in cui ci ha messo anima e corpo per anni.
Sia chiaro: Vettel con la Ferrari ha perso! Pazienza. Prima di lui è capitato a molti altri. Ne cito solo due: Alain Prost e Fernando Alonso. Tempi diversi, motivi diversi, destino rosso comune. Perdenti con la Ferrari, vincenti altrove, parte integrante – come Vettel – della gloriosa storia della Formula 1.
Che c’entra tutto questo? C’entra che se è vero che Vettel sportivamente ha meritato le critiche non le meriterà mai come uomo. Pochi giorni fa ha dichiarato: “Rimarrò un tifoso della Ferrari anche quando in pista saremo avversari”. Che dire a uno così? Nulla, solo applausi.
Proprio per questo non meritava invece il modo in cui è stato liquidato. Male, malissimo, con una triste telefonata. Sono del parere che Sebastian non meritava un rinnovo ma nemmeno quel tipo di uscita.
“Ho ripetuto tre volte cosa dire a Sebastian prima di chiamarlo”, ha recentemente detto in un’intervista dedicata a Sky Mattia Binotto. Ecco, lì sta il problema. Poca comunicazione e un modo freddo e sbrigativo di interrompere un rapporto di lavoro malgestito. Vettel ha dato tanto alla Ferrari, 14 vittorie in 6 stagioni, meritava più rispetto. Ha sbagliato tanto dal 2018 in poi ma resta pur sempre un 4 vote iridato. Più di lui solo Hamilton, Schumacher e Fangio. Come lui Prost, sotto di loro tutti gli altri.
Ora i casi sono due. O Vettel è bollito sul serio o quest’anno ha corso con il braccio fuori dal finestrino e l’autoradio accesa. Domenica invece il suo è stato un capolavoro. Un’impresa inaspettata e sorprendente. Da uomo intelligente qual è, smorzandolo con un sorriso, ha lanciato un messaggio forte e chiaro. Non sarà tutta colpa di Binotto (rimasto a casa per più che giustificati motivi di sviluppo della prossima monoposto, sarà così davvero?) la crisi Ferrari, ma quanto al rapporto Vettel vs. Binotto, su come sia andata, ora un’idea ce l’ho.
L’ambiente positivo non fa andare più forte una macchina ma di certo aiuta il pilota. Con Vettel, ultimamente, tutto ciò è mancato. Col sorriso, scherzando, Sebastian non poteva essere più sincero!