I genitori chiedevano la ripresa totale delle lezioni in presenza, la Regione Campania aveva programmato una ripresa parziale dal 24 novembre. Il Tar ha dato ragione all’ente del governatore De Luca, respingendo i ricorsi presentati dalle mamme e dai papà degli alunni interessati dal provvedimento regionale. Per i giudici amministrativi, infatti, l’ordinanza sulle scuole è legittima. Con due decreti, il Tar ha rispedito al mittente i ricorsi di alcuni gruppi di genitori contro l’ultimo provvedimento regionale con il quale è stata programmata, a partire dal 24 novembre, la graduale ripresa delle attività didattiche in presenza nelle scuole dell’infanzia e della prima elementare, previo screening sul personale docente e non docente e sui bambini e relativi familiari.

Il Tribunale ha affermato la legittimità dell’ordinanza impugnata, tenuto conto che il provvedimento, nel quadro di emergenza sanitaria, aggravata per la Campania inserita nella zona rossa, “intende corrispondere proprio alle esigenze manifestate dai genitori, anche nell’interesse dei figli minori, di rapida ripresa delle attività ‘in presenza’ e individua, allo scopo, un percorso necessariamente caratterizzato da gradualità e prudenza, accompagnato da ulteriori misure cautelative”. Tra queste lo screening volontario preventivo che si auspica essere su una ampia platea di personale docente e non docente, personale impiegato nella scuola, monitoraggio e successiva valutazione dei dati relativi all’andamento della curva epidemiologica. Il provvedimento regionale contempera “il carattere prioritario del diritto alla salute dei cittadini con le esigenze rappresentate dai ricorrenti”. A presentare ricorso un gruppo di genitori contrari alla didattica a distanza e favorevoli, invece alla ripresa delle lezioni in aula. Il provvedimento regionale prevede una graduale riapertura delle scuole, a partire dal 24 novembre. La richiesta, alla base del ricorso presentato dai genitori, era la ripartenza delle lezioni in aula, anche per gli alunni dalla seconda elementare in poi, fino alla seconda media, così come previsto dalle disposizioni nazionali per le zone rosse.

Il governatore campano, si ricorderà, ha prima stabilito la chiusura di tutti i gradi dal 5 al 14 e poi ancora fino al 23 novembre. Dal 24, ci sarà la graduale ripresa delle attività in presenza. Parallelamente continua lo scontro politico a distanza tra De Luca e il sindaco di Napoli De Magistris. Quest’ultimo, infatti, è tornato ad attaccare la Regione o, meglio, il piano sulla “riapertura delle scuole condizionata a questo screening di massa”: “Non vorrei che poi si possa dire che lo screening non è andato bene così da non riaprire le scuole” ha detto il primo cittadino. Che poi ha aggiunto: “Io sono sempre stato favorevole a che le scuole fossero le ultime a chiudere e soprattutto quelle dei più piccoli dovevano continuare a restare aperte come accade in tutta Europa anche dove c’è un contagio molto superiore rispetto al nostro”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il Tar di Bari lascia la scelta ai genitori degli alunni: “Scuole elementari e medie aperte, ma è possibile scegliere la didattica a distanza”

next
Articolo Successivo

Scuola, l’Oms: “Deve restare aperta, i ragazzi non sono fonte principale di contagio”. Ma in Italia i dati non sono ancora pubblici

next