Rabbia, frustrazione, paura. Testimonianze di una situazione fuori controllo: "Avevo l'appuntamento, quando sono arrivato mi hanno rimandato a casa". Anziani messi in attesa, anche quando hanno patologie gravi. "Mi hanno prenotato in quanto persona fragile al 31 dicembre 2020". E Silvio Garattini, fondatore dell'Istituto Mario Negri, ha raccontato: "Ho rinunciato a scorciatoie. Voglio aspettare il mio turno, come tutti"
“Ho 68 anni, sono stata operata già due volte per carcinoma mammario. Tutti i miei controlli semestrali erano già fissati per metà novembre e io volevo essere vaccinata prima di recarmi in ospedale. Mi sembrava corretto cercare di proteggermi un po’, ma sono sconcertata perché non ho ancora ricevuto l’antinfluenzale”. Sconcerto, frustrazione, rabbia. E paura di non riuscire a fare il vaccino in tempi ragionevoli, prima che l’influenza arrivi e aggiunga i suoi effetti a quelli della pandemia di Covid. Sono i sentimenti che emergono dalle oltre 60 email ricevute dal Pd Milano Metropolitana negli ultimi tre giorni. Prima che dalla stessa Ats arrivasse l’ammissione che “tutta la filiera distributiva del vaccino presenta disponibilità ridottissime” e non è dato sapere “quando vi potranno essere ulteriori rifornimenti”.
Le testimonianze di cittadini comuni sulla situazione fuori controllo in Lombardia si aggiungono a quella di Silvio Garattini raccolta due giorni fa dal Corriere della Sera: “Sono uno dei tanti cittadini anziani che sta aspettando il vaccino anti-influenzale ma il medico di famiglia mi dice che non è ancora disponibile, eppure ho 92 anni, dovrei vaccinarmi come del resto faccio ogni anno”, racconta il fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano. Grazie alle sue conoscenze, Garattini potrebbe trovare una scorciatoia: “Non voglio farlo: le somministrazioni avrebbero già dovuto essere a disposizione delle categorie a rischio, malati, anziani e in generale gli over 60, oltre alle persone con altre patologie, da diverse settimane. E da cittadino voglio aspettare, come tutti, il mio turno in coda”.
E in coda per un vaccino gratuito ci sono migliaia di cittadini lombardi delle categorie a rischio, vittime dei pasticci di Regione Lombardia, che dopo una sequela di errori nei bandi di gara, ben dieci, non è riuscita ad accaparrarsi un numero di dosi sufficienti e in tempi utili all’inizio della campagna vaccinale, che su raccomandazione del ministero quest’anno sarebbe dovuta partire a inizio ottobre. “Ho 76 anni e alcune patologie, mio marito ha 71 anni e un polmone ridotto da un intervento chirurgico”, racconta A. A. in un’altra email raccolta dal Pd milanese tra le persone presenti nell’indirizzario per aver partecipato in passato alle primarie del centrosinistra. “Abbiamo telefonato già due volte al nostro medico di base per prenotare il vaccino. Per due volte ci ha ‘rinviato’ alla settimana successiva, dicendo che non ha ancora vaccini disponibili”. Non è andata meglio a M. V.: “Da 10 anni mi sottopongo regolarmente alla vaccinazione antinfluenzale, il mio medico di base mi aveva fissato un appuntamento per l’11 novembre. Mi sono presentato all’ora prestabilita ma i vaccini non erano arrivati, dovremo chiamare il 18 per sapere se e quando si potrà fare la vaccinazione. Credo che sia una cosa inaudita”.
Per molti la ricerca di un appuntamento è tempo perso: “Dopo vani contatti dei centri vaccinali di Milano – racconta F. O. – vengo indirizzato al numero verde per le prenotazioni sanitarie della Regione. Nel primo giorno di gestione del servizio, il numero è stato irraggiungibile fino alle 19.45; alla risposta, l’addetta riferiva di non sapermi dare risposte, rinviandomi ai centri vaccinali di Milano”. Una situazione che non risparmia nemmeno gli addetti ai lavori: “Sono una fisioterapista dell’Asst Nord Milano, impegnata in prima linea nell’emergenza Covid. Oltre a lavorare e mettere a rischio ogni giorno la mia salute, nonché quella dei miei familiari, per uno stipendio ridicolo, mi ritrovo, insieme ai miei colleghi, a non sentirmi tutelata neppure dal punto di vista delle vaccinazioni antinfluenzali. A metà novembre non sappiamo ancora nulla: il sistema di prenotazione interno all’azienda è andato in tilt dopo un giorno”.
Per molti è difficile trovare le dosi nei centri vaccinali e dai medici di base, che ne hanno ricevute al momento solo un centinaio a testa. Impossibile trovarle pagandole, dai 9 ai 16 euro, nelle farmacie che – come ha ricordato martedì la presidente di Federfarma Lombardia Anna Rosa Racca – non sanno ancora quante dosi avranno dalla Regione per poterle vendere ai cittadini. Il Pd Milano ha deciso di pubblicare sulla sua pagina Facebook alcune delle testimonianze raccolte, una ogni mezz’ora, con hashtag #OdisseaDeiVaccini. “Nella Regione che conta un quarto dei contagi di Covid e un terzo dei morti a livello nazionale – accusa la segretaria metropolitana Silvia Roggiani – quella dei vaccini è l’ultima saga di un fallimento organizzativo e gestionale della sanità pubblica da parte del presidente Attilio Fontana e del suo assessore al Welfare Giulio Gallera”.
Qualcuno, alla fine, un appuntamento riesce ad averlo. Magari lontano da casa, o fra un bel po’ di settimane: “Ho 71 anni e sono a rischio di miastenia gravis. Per la vaccinazione mi hanno prenotato in quanto persona fragile al 31 dicembre 2020 a villa Marelli”. Qualcun altro decide di rivolgersi ai privati, che in questi giorni fanno affari d’oro grazie all’inefficienza della Regione: “Ho prenotato privatamente presso il centro allestito dalla Multimedica al Museo della Scienza e della Tecnologia. Dovrò pagare 60 euro. Ringraziamo tutti coloro per hanno portato la sanità pubblica in questa condizione quando una volta qui da noi era eccellenza”. Ad altri non resta che consolarsi per i conoscenti più fortunati che abitano altrove: “Sono felice nel sapere che i miei amici, nella mia regione d’origine, la Puglia, hanno avuto accesso al servizio già da tempo”.
A chi obiettasse che le email raccolte dal Pd arrivano da simpatizzanti del Pd che hanno interesse a sottolineare le inefficienze della giunta Fontana, basta ricordare il messaggio inviato due settimane fa da Viviana Beccalossi in una chat sbagliata e rivelato da ilfattoquotidiano.it: “Mia suocera (89 anni) è un mese che vorrebbe fare il vaccino antinfluenzale senza riuscirci – ha scritto la consigliera che al Pirellone sostiene la maggioranza di centrodestra -. Sto pensando di darle il cellulare di Gallera e, conoscendola bene, lo chiamerebbe tutti i giorni fino a quando non la accontenterebbe. Magari sarebbe la volta buona che si dimette!”.