Raffaele Rullo resterà in carcere a vita e inoltre, per sei mesi, sarà in isolamento diurno. Accusato insieme a sua madre, Antonietta Bianchello, dell’omicidio di Andrea La Rosa, ex calciatore 35enne, ucciso nel 2017. Rullo fino all’ultimo si è dichiarato innocente, mentre Bianchello ha continuato ad assumersi tutta la responsabilità del delitto. Ma secondo la Corte d’Assise d’appello entrambi sono responsabili della morte di La Rosa che all’epoca fu narcotizzato, ferito alla gola e poi chiuso, mentre era ancora vivo, in un bidone pieno di gasolio e poi ricoperto di acido, morendo così per via delle esalazioni. I due sono accusati di omicidio aggravato da premeditazione e crudeltà, occultamento e soppressione del cadavere dell’ex calciatore del Brugherio ed anche del tentato omicidio della moglie di Rullo, Valentina Angotti.
I giudici hanno quindi parzialmente accolto la richiesta della pm Maura Ripamonti, oggi applicata come pg, di inasprire la pena, ma solo per l’uomo già condannato dalla Corte d’Assise all’ergastolo. Mentre per sua madre è stata confermata la pena del carcere a vita. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni. “Quello che è stato fatto ad Andrea La Rosa denota ferocia e disprezzo per la vita umana”, ha detto la pm. Mentre i legali dei due killer sono rimasti fermi sulle loro posizioni: Ermanno Gorpia, legale di Rullo, ha chiesto l’assoluzione, mentre Corrado Limentani, avvocato della 61enne ha chiesto alla Corte la derubricazione del reato da omicidio volontario pluriaggravato a tentato omicidio e omicidio colposo.
Secondo la ricostruzione i due organizzarono una trappola all’ex calciatore, attirando La Rosa, che doveva incontrarsi con Rullo, a casa di Bianchello, in via Cogne alla periferia di Milano. Lì La Rosa venne, appunto, narcotizzato, poi ferito e chiuso in un bidone nella cantina dell’edificio e poi ricoperto di acido. A motivare il delitto, secondo le indagini, un debito di circa 38mila euro che Rullo, truffatore di assicurazioni, aveva nei confronti di La Rosa ma che non voleva restituire. Il cadavere venne ritrovato nel fusto di gasolio nel bagagliaio dell’auto della donna. Tra le prove anche 24 flaconi di acido muriatico che sarebbero serviti per sciogliere il corpo.
Secondo l’accusa il piano sarebbe stato messo in piedi dopo il fallimento di un altro tentato omicidio quello della moglie di Rullo che madre e figlio cercarono di assassinare, inscenando un suicidio, per incassare i 150mila euro della polizza sulla vita della donna. La signora, però, riuscì a salvarsi costituendosi parte civile nel processo.