Cronaca

“A Natale prima di andare a trovare gli anziani facciamo un tampone rapido”: la proposta del coordinatore del Cts Agostino Miozzo

Intervistato dal Messaggero, l'esperto sottolinea che comunque "anche in caso di risultato negativo, servono cautela e precauzioni". Per quanto riguarda la discussione sull'allentamento delle restrizioni dice: "Prima di arrivare all’Rt nazionale sotto 1 ci vuole un po' di tempo, ma alcune regioni come Lombardia e Lazio ci sono. Che senso ha, allora, obbligare alcune attività a restare chiuse? La cosa importante è fissare delle regole, rispettarle e farle rispettare"

“Sarebbe utile, prima di andare da un familiare più anziano durante le feste, eseguire il giorno prima un tampone rapido”. Dopo i richiami alla “sobrietà” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e mentre il governo studia alcuni allentamenti in vista del Natale, il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ribadisce che “serviranno la massima prudenza e cautela, soprattutto per andare a trovare i più fragili”. E “sia chiaro che anche dopo il tampone negativo servono cautela e precauzioni”. Intervistato dal Messaggero, il medico osserva che “una decisione sugli spostamenti tra Regioni potrà essere presa solo più avanti, quando avremo chiara la tendenza dei contagi. Sarà un Natale anomalo, in tutti i sensi. A tutti noi piacerebbe poter tornare alla vita di prima, ma ancora non è possibile e dobbiamo esserne consapevoli”.

Sulla discussione riguardo alle attuali restrizioni anti contagio, in vista del 3 dicembre quando scade il Dpcm firmato all’inizio di novembre dal presidente del Consiglio, Miozzo dice al Messaggero: “Possiamo riaprire i bar e i ristoranti, ma allo stesso tempo applicare con molto più rigore le regole. Solo così possiamo convivere, fino a marzo, con questo virus. Voglio dire: da una parte, dopo il 3 dicembre, sarà utile offrire la possibilità, nel Paese, di fare ripartire alcune attività economiche; dall’altra non si dovranno tollerare più immagini della folla al supermercato per acquistare un paio di scarpe”.

“Gli ultimi dati sui nuovi positivi sono buoni, anche se sempre molto alti, dice, ci sono meno nuovi ricoveri in terapia intensiva. È evidente che l’andamento è incoraggiante. Prima di arrivare all’Rt nazionale sotto 1 ci vuole un po’ di tempo, ma alcune regioni come Lombardia e Lazio ci sono. Che senso ha, allora, obbligare alcune attività a restare chiuse? Detto questo, però, la cosa veramente importante è fissare delle regole, rispettarle e farle rispettare”. E conclude: “Bisogna spiegare con chiarezza che per convivere con il virus, in maniera compatibile con le esigenze del mercato del lavoro e dell’economia, devi assolutamente darti delle regole, fa presente, ci vuole rigore, ma anche la possibilità di tornare a vivere. La sintetizzerei così: aperture ma con rigore”.