Tante code, qualche polemica per le attese e i ritardi nella comunicazione degli esiti, ma anche l’interesse della stampa di tutto il mondo per un’operazione che potrebbe fare scuola, tanto che la vicina Austria ha deciso di inviare gli osservatori. La prima giornata di screening di massa in Alto Adige è in ogni caso un successo. Complessivamente 103.580 altoatesini si sono sottoposti al test, che corrisponde al 29,7% del target di 350.000. L’1,5% è risultato positivo e dovrà restare dieci giorni in quarantena. I test di massa proseguono sabato e domenica. L’obiettivo dei 350mila test, ovvero il 70% della popolazione (sono stati esclusi i bambini sotto i 5 anni, chi viene testato regolarmente e chi è appena guarito dal Covid) sembra al momento raggiungibile.
Già all’alba, alle 7, i primi cittadini si sono messi in coda davanti ai presidi, anche se l’apertura era solo un’ora dopo. Nei 116 Comuni sono state allestite complessivamente 600 linee di test, con a disposizione ogni giorno 900 tra medici, infermieri e operatori della Croce bianca e Croce rossa. I disagi comunque non sono mancati. Soprattutto nella zone più popolate si sono formate code lunghissime. Inoltre, le polemiche ci sono state per i ritardi nella comunicazione dell’esito, che secondo le stime iniziali doveva arrivare entro un’ora. “L’afflusso di cittadini è davvero grande. Gli informatici sono al lavoro per ottimizzare le procedure e siamo fiduciosi di poter migliorare la situazione. Gli esiti saranno comunicati ai cittadini entro un giorno”, ha tranquillizzato il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Florian Zerzer.
Se da un lato la grande affluenza ha messo a dura prova la macchina organizzativa, d’altra parte solo con un’alta partecipazione della popolazione lo screening potrà essere efficace. Numerosi cittadini si stanno rivolgendo anche alle farmacie – dove è possibile fare il test fino a mercoledì 25 – per evitare le code che si sono formate davanti ai presidi sanitari. Gli oltre 83mila test in poche ore sono quindi un successo. Ed è stato infatti notevole l’interesse dei media nazionali e internazionali, mentre il governo di Vienna ha inviato degli osservatori. In Austria, il 5 dicembre, partirà infatti uno screening di massa. “Ho parlato con il ministro alla salute Rudolf Anschober per condividere con lui le esperienze finora fatte”, ha raccontato l’assessore alla sanità Thomas Widmann che è stato contattato anche da altri Paesi europei. Ha riscontrato successo anche la piattaforma coronatest.sabes.it sulla quale vengono caricati gli esiti dello screening a livello provinciale, ma anche divisi per comprensorio e per singolo Comune. E’ possibile quindi sapere quanti test sono stati effettuati in una determinata città (sia in valore assoluto che in rapporto ai residenti) sia quanti sono risultati positivi.
Complimenti all’Alto Adige per l’organizzazione e la trasparenza, comunque.
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) November 20, 2020
“Questo screening – ha ricordato il governatore Arno Kompatscher – ha l’obiettivo di individuare le persone positive, di portarle in isolamento, di frenare il valore Rt nel giro di pochi giorni e di portarlo ad un livello sotto 1. Per ottenere questo risultato sarà necessario che anche tutti i negativi osservino tutte le regole“. “È solo l’inizio. Faremo anche ulteriori controlli, su singoli comuni, scelti in base ai risultati di questo primo screening di massa”, ha aggiunto poi il presidente della provincia autonoma di Bolzano che da due settimane è zona rossa.