Una Giornata mondiale a difesa dell’Infanzia che quest’anno ha un significato “ancora più importante e particolare”, a causa del difficile momento causato dalla pandemia. Per i giovanissimi, infatti, “che soffrono più di chiunque altro le tante limitazioni imposte dalla crisi sanitaria, è oggi più importante che mai pensare a un futuro oltre il Covid-19″. Sono le parole di Unicef, che per questo ha promosso a livello mondiale una serie di iniziative per ricordare i diritti dell’infanzia, nella 31esima Giornata ufficiale.
A partire da “Trasformare il mondo in blu”, per cui oggi edifici storici in tutto il mondo si illumineranno di blu. Anche le persone sono invitate a indossare qualcosa di blu e a cambiare la propria immagine dei profili social, colorandola col filtro del colore dell’infanzia. Inoltre, l’Unicef chiede ai governi di adottare un “Piano a Sei Punti” per proteggere i bambini, che riguardano la promozione dell’apprendimento e le azioni per colmare il digital divide, la garanzia all’accesso ai servizi sanitari e nutrizionali e rendere i vaccini accessibili e disponibili, il sostegno e la protezione della salute mentale dei bambini e dei giovani, per porre fine agli abusi, alla violenza di genere e all’abbandono nell’infanzia.
Quest’anno, Unicef Italia ha proposto ai bambini e ai ragazzi di compiere “un gesto simbolico” utilizzando i social: scrivere sulla propria mascherina un messaggio – una parola, una frase, un simbolo – che parli del domani, “del futuro atteso o sperato al di là di questa sorta di ‘era glaciale’ della nostra vita collettiva”. L’iniziativa si chiama “Il futuro me lo leggi in faccia” ed è stata subito accolta dai più giovani, che sui social hanno condiviso i loro messaggi di speranza.
La Giornata dell’Infanzia celebra, il 20 novembre di ogni anno, l’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991: 54 articoli che definiscono i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e i doveri delle comunità che se ne prendono cura.