La tecnologia non deve governarci, siamo noi che dobbiamo governarla con una nuova etica.
Undici anni fa guardavamo agli strumenti digitali come ad elementi di libertà e di autodeterminazione nelle mani dei cittadini, oggi si sono trasformati in strumento di potere nelle mani di una sola persona che rivendicano sempre più risorse, sempre più controllo e influenza.
Da cittadino nelle istituzioni, ho aderito a un Movimento che pretende un ricambio ciclico della classe politica con la definizione di due soli mandati in Parlamento, perché è fondamentale evitare posizioni dominanti e nuove caste. Ed è questo principio che difendo.
Mi chiedo solo perché tale principio non debba valere per l’intera comunità del M5s. E quindi, ad esempio, il Presidente dell’Associazione Rousseau a capo della piattaforma digitale del M5s quanti mandati ha? Ha un incarico a vita? Sono domande che tutta la comunità del M5S deve porsi in un momento in cui ci stiamo scegliendo di rifondarci.
I cittadini ci chiedono un’organizzazione territoriale democraticamente eletta, capillare in tutti i comuni. I cittadini devono percepire e vedere il M5s per strada, al loro fianco nelle battaglie di vita di tutti i giorni. I cittadini devono poter incontrare il M5s in una sede fisica e non affidarsi solamente a uno schermo di un PC. È questa l’esigenza di una forza politica innovativa che deve saper coniugare etica, tecnologia e socialità.
Personalmente ogni mese, dal 2013, ho l’abitudine di tagliarmi lo stipendio. E lo faccio perché abbiamo fatto della sobrietà e dell’importanza degli esempi, veri e propri valori da diffondere nel Paese.
L’associazione Rousseau riceve parte del taglio dei nostri stipendi e trovo veramente poco sobrio in un momento come questo, in cui siamo stati travolti da una pandemia che ha messo in ginocchio il Paese, che lunedì si organizzi una raccolta fondi per l’Associazione Rousseau.
Poco sobrio perché in queste ore tutti noi parlamentari siamo impegnati a dare risposte e risorse a famiglie, partite Iva e alle imprese in difficoltà con le misure quotidiane che votiamo in Parlamento dai Ristori alla Manovra Economica per il 2021. In più i parlamentari del M5S in questi giorni stanno donando parte del proprio stipendio alle associazioni che si stanno occupando degli ultimi e delle persone più in difficoltà nei comuni più gravemente colpiti dalla contagio da Covid-19.
Davide Casaleggio ha già dichiarato di voler proporre i propri servizi ad altri movimenti civici e ad altri Stati ed è spiacevole sfruttare in modo parassitario un momento in cui il M5S è impegnato a rigenerarsi, chiamando a raccolta gli iscritti di un M5S e di cui sta disprezzando quotidianamente l’operato.
Bisognerebbe avere rispetto delle ore di confronto tra attivisti, consiglieri comunali e regionali, parlamentari che partendo da punti di vista differenti hanno lavorato in queste settimane di Stati Generali a trovare punti di incontro che hanno soddisfatto tutti perché sono le migliori soluzioni per il Paese.
Non è da esempio invece chi vuole chiudere il confronto in una bolla digitale dove tutti la pensano allo stesso modo, non è da esempio chi vuole imporre con forza solo la propria visione del mondo senza rispetto per tutti gli altri. E’ con il rispetto, l’ascolto e la condivisione che si torna a camminare di nuovo insieme come una comunità.