L'astanteria per le emergenze è stata trasformata in un reparto, senza strumenti, e i pazienti "mangiano, bevono e fanno i bisogni sulle barelle". La testimonianza dall'interno: "Sembra un ospedale da campo. I vertici ci dicano cosa vogliono fare, lo convertano oppure lo chiudano"
Mentre i vertici sanitari regionali mettono in vetrina il Covid Hospital di Civitanova Marche, struttura all’avanguardia sul fronte tecnologia, al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, una sorta di ibrido nella parte alta della città, i pazienti sospetti o positivi al virus vivono per giorni sopra una barella e fanno i bisogni dove capita. Per sfruttare al massimo l’Astronave, ossia il centro d’eccellenza voluto dall’ex governatore, Luca Ceriscioli, facendolo lavorare al massimo delle possibilità pur non attivando tutti i posti, la nuova giunta regionale ha di fatto “messo in croce” gli altri ospedali, in particolare quelli dell’Area Vasta 3 (Provincia di Macerata), arrivando a saccheggiare il personale.
Come successo, per esempio, al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova, dove oggi ricevere un’adeguata assistenza è un miraggio. Il personale rimasto in servizio e ridotto all’osso fa il massimo, ma trasformare un’astanteria per le emergenze in un vero e proprio reparto di degenza senza avere le necessarie strumentazioni è un’impresa. In quel reparto non ci sono letti, prima della pandemia i pazienti che dovevano restare in osservazione venivano appoggiati nella vicina Murg, la Medicina d’urgenza, che però ora è off limits in quanto area ‘pulita’. La conseguenza ricade sui pazienti. Molti sono costretti a restare nell’area Covid del ps per giorni, prima in attesa del tampone, poi per capire in quale ospedale essere ricoverati a seconda dell’intensità di cura.
Fino ad oggi, dall’inizio della seconda fase, tutti i soggetti Covid positivi con diagnosi più serie finivano nell’Astronave, ma adesso i moduli da attivare sono finiti perché non c’è più personale. L’Area Vasta 3, oltre al Covid Hospital, ha tre ospedali, di questi due sono considerati ‘puliti’, Camerino e Civitanova appunto, mentre Macerata presenta anche aree Covid. La conseguenza è che i soggetti contagiati con sintomi gravi o meno gravi che devono essere piazzati o dentro l’Astronave o dentro una terapia intensiva o un reparto semi-intensivo nel resto delle Marche, spesso non trovano un posto adatto, visto che nessuna struttura ha “letti da regalare”. Nella confusione quindi, ecco che i contagiati con principi di polmoniti bilaterali trascorrono giorni di inferno sopra una barella parcheggiata in corridoio o dentro un magazzino: “L’altro giorno una sessantenne è stata costretta a fare la pipì dentro il pannolone perché avendo il casco respiratorio, la Cpap, non poteva scendere dalla sua barella e andare in bagno”, attacca un operatore sanitario dell’ospedale di Civitanova. “I pazienti vivono, dormono e mangiano sopra una barella in corridoio. Chi rimane più a lungo perché non si sa dove trasferirlo, consuma un panino a colazione, pranzo e cena con una bottiglietta d’acqua, tutti i giorni. A quelli più gravi viene appoggiata la bombola dell’ossigeno a fianco, per terra. Insomma, sembra un ospedale da campo. I vertici dicano cosa vogliono fare di questo ospedale, lo convertano anche in area Covid oppure lo chiudano e portino tutti nella cosiddetta Astronave – lamenta – Il pronto soccorso è un’unità operativa dove i pazienti devono trascorrere il minor tempo possibile, dovrebbe fungere da filtro, da passaggio verso le dimissioni o il ricovero. Da mesi invece è una degenza a tutti gli effetti, ma con un’offerta da ospedale di terzo mondo. Vedere i colleghi del pronto soccorso lavorare in quelle condizioni, senza supporti e materiale è davvero triste”.
Tutto questo accade mentre il vicino Covid Hospital di Civitanova ha aperto un quarto modulo per pazienti non intensivi, e si sta lavorando per attivare il quinto. I primi sette pazienti sono già stati trasferiti e si vanno ad aggiungere ai 42 degli altri tre moduli, tutti da 14 posti letto: uno per pazienti di terapia intensiva, uno di semi-intensiva e uno misto. Il prossimo passaggio, per coprire gli altri posti liberi, e cioè il sesto modulo, potrebbe essere quello di prestare i letti tecnici agli ammalati umbri, ma solo a condizione che la Regione a guida lega fornisca il proprio personale sanitario. A proporlo è stato l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, colui che l’ospedale di Civitanova l’ha pensato e realizzato, ricevendo di fatto il via libera da parte della Regione Marche. “Gestire tutta l’Astronave per noi è impossibile” ha infatti detto l’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini.