La donna aveva i sintomi da qualche giorno, ma all'aggravarsi della difficoltà respiratoria era andata all'ospedale di Trani, dove l'avevano rimandata a casa. Il giorno dopo si era recata al Dimiccoli. L'Asl ha avviato un'indagine per capire da quanto tempo la signora era in cura con terapia domiciliare e quali sono state le attese fuori dal pronto soccorso
Febbre alta, tosse e difficoltà a respirare. Antonella Abbatangelo, 41enne di Trani, era risultata positiva al Covid e le sue condizioni peggioravano rapidamente. Per questo dopo qualche giorno di cure domiciliari era stata accompagnata dai familiari al pronto soccorso dell’ospedale di Trani, dove però era stata rimandata a casa. Il giorno dopo, si era recata all’ospedale Dimiccoli di Barletta, dove era stata ricoverata – ha ricostruito l’edizione barese del Corriere del Mezzogiorno – dopo 11 ore di attesa. È morta giovedì 19 novembre, cinque giorni dopo il ricovero. Antonella Abbatangelo era mamma di un bimbo di 14 mesi.
I familiari per alcuni giorni sono riusciti a ottenere solo frammentarie notizie sulle condizioni di salute della donna, fino alla telefonata di giovedì che ne comunicava il decesso. Giuseppe Carpagnano, cardiologo in servizio nell’ospedale Dimiccoli, ha raccontato l’avvenimento su Facebook: “Dopo un turno notturno di 12 ore, torni a casa distrutto e ti arriva il messaggio del collega per informarti che la paziente di cui gli hai parlato è deceduta”. Il cardiologo rileva che “non abbiamo personale e strumenti adeguati” e “probabilmente sono state le misure inefficaci per contrastare il virus a ucciderla“. Il dottore ricorda che durante la prima ondata a marzo “quando abbiamo assistito da spettatori al disastro in Lombardia, abbiamo pensato che se fosse successo da noi sarebbe stata un’ecatombe. Ci sono grandi responsabilità che – aggiunge – andranno chiarite. Ora non c’è tempo per fare polemica. Facciamo la nostra parte”, conclude Carpagnano.
L’Asl di Bari ha provato a fare chiarezza sulla morte della 41enne, ricostruendo quanto accaduto in ospedale in base ai documenti in loro possesso. “Posso assicurare che l’apparato clinico sta assicurando il massimo della attenzione e dalla cura a tutti i pazienti che arrivano in pronto soccorso”, ha detto Alessandro Delle Donne, direttore generale della Asl Bat. L’Asl ha ricostruito la vicenda, confermando che “la donna è attivata al pronto soccorso dell’ospedale Dimiccoli di Barletta con mezzo proprio il 13 novembre ed è stata presa in carico alle ore 23.01. È stata sottoposta a visita medica alle 23.05: sono stati evidenziati dispnea e febbre elevata da due giorni curata a domicilio. Al quadro clinico acuto va aggiunta una grande comorbilità rappresentata da problemi metabolici”. L’Asl ha avviato un’indagine per capire da quanto tempo la signora era in cura con terapia domiciliare e quali sono state le attese fuori dal pronto soccorso. Secondo l’Asl, “la descrizione di quanto accaduto dalla presa in carico fino al decesso evidenzia che è stato fatto tutto il possibile, abbiamo messo in campo tutte le forze umane a disposizione, tutti i mezzi disponibili”.