La ragione, spiegano diversi punti vendita, è "l'ordinanza del Prefetto di Milano", che vieterebbe l'acquisto nel fine settimana. Ma il Prefetto "non può emettere ordinanze in materia e - ribattono dalla Prefettura - ha solamente risposto a un parere ribadendo il Dpcm del 3 novembre", in cui viene specificato che i prodotti farmaceutici e parafarmaceutici, sanitari e igienici, sono beni di prima necessità e quindi devono essere venduti
Intere corsie chiuse e scaffali transennati con nastro rosso e bianco. Tra i prodotti “vietati” ci sono anche beni di prima necessità: carta igienica, assorbenti, prodotti para-farmaceutici come il gel igienizzante, shampoo e bagnoschiuma. Un cartello spiega: “Articoli ‘non food’ non acquistabili”. Succede, da sabato 21 novembre, nei punti vendita all’interno di centri commerciali della catena di supermercati Bennet in provincia di Milano. La ragione – spiegano i responsabili – è “nella nuova ordinanza del Prefetto“. Ma la Prefettura, in sostanza, smentisce.
“Il Prefetto – fa sapere la stessa Prefettura a ilfattoquotidiano.it – non emette ordinanze in materia. Ha risposto a un parere che riguarda i prodotti vendibili nel fine settimana in ipermercati e supermercati all’interno dei centri commerciali, ribadendo quanto stabilito dal Dpcm del 3 novembre 2020“. E cioè: “Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole“. La Prefettura sottolinea che “l’elenco è tassativo“. Questo vuol dire che i prodotti igienico-sanitari e farmaceutici devono poter essere acquistati.
Nasce tutto dalla segnalazione che un cliente fa sui social. L’uomo si era recato nel negozio di Vanzaghello per acquistare carta igienica e pannolini per i suoi figli. Ma, una volta arrivato, ha trovato la corsia sbarrata: “Trovo incredibile questa situazione, stiamo rasentando il ridicolo… Non vendere la carta igienica e gli assorbenti in un supermercato aperto non è una regola anti-Covid, ma una cattiveria gratuita!”, ha scritto su Facebook.
La stessa sede di Vanzaghello, come quella di Cornaredo e Sedriano, hanno confermato che le corsie sono chiuse e la vendita di quei prodotti non è consentita. La spiegazione dei responsabili è la stessa: “Non è un’iniziativa personale”, ma “stiamo applicando le nuove direttive arrivate dalla sede centrale di Montano Lucino (Como), decise sulla base di un’ordinanza del Prefetto di Milano emessa nella serata del 20 novembre”. Secondo quanto riferito dai negozi, l’ordinanza vieterebbe la vendita di tutti i prodotti non alimentari nei supermercati all’interno dei centri commerciali, nel fine settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Quindi, anche dei beni di prima necessità e dei prodotti igienico-sanitari.
Ma, secondo quanto spiegato dalla stessa Prefettura, non risulta che il Prefetto di Milano Renato Saccone abbia bloccato la vendita di questi prodotti durante il weekend. L’ultima ordinanza, in ordine cronologico, che disciplina le vendite dei negozi nei centri commerciali è la n. 623 di Regione Lombardia, emessa il 21 ottobre. Il provvedimento stabilisce che “nelle giornate di sabato e domenica è disposta la chiusura delle grandi strutture di vendita nonché degli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali. La disposizione non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l’igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle tabaccherie e rivendite di monopoli”.
Secondo il Dpcm del 3 novembre, in zona rossa i supermercati possono vendere solamente generi alimentari e di prima necessità, cioè quelli previsti dall’allegato 23 del decreto. Tra questi, sono compresi la carta igienica, i saponi e gli altri prodotti di questo tipo. Invece, nei punti vendita di grande dimensioni non possono essere venduti gli articoli per la casa, piatti e bicchieri anche di plastica, pentole, cancelleria, biancheria, pile e giocattoli.