Da domenica 29 novembre ci saranno importanti novità nella celebrazione della messa. Dalla prima domenica di Avvento (secondo la liturgia romana) entra infatti in vigore la terza edizione del Messale che sostituisce la precedente del 1983, con le modifiche stabilite dalla Cei. A cambiare sono alcune formule nella recitazione del Padre Nostro, ma anche del Gloria e del Kyrie. Non solo, il sacerdote non si rivolgerà più “a voi fratelli” ma a “a voi fratelli e sorelle”. Il nuovo Messale entra in vigore dal 29 novembre per un periodo di “prova”, poi sarà obbligatorio in tutte le parrocchie da Pasqua dell’anno prossimo, il 4 aprile 2021. Ma molte diocesi, da Roma a Milano, sono già pronte a metterlo in pratica. Ecco nel dettaglio le principali modifiche.
Padre nostro – Si tratta della modifica più “nota” e discussa, dal momento che se ne parla da tempo. Nulla di sostanziale per la preghiera cardine della fede cristiana, quanto piuttosto di una traduzione più accurata del testo originale in greco antico del Vangelo di Matteo (6,13). Così, quel “e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male” diventerà: “Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male”. E, sempre per attenersi maggiormente al testo greco, quando si dice “e rimetti a noi i nostri debiti”, verrà poi aggiunto un “anche”: “Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Gloria – Il nuovo Messale introduce poi piccole variazioni anche al Gloria. Nella parte un cui finora si è detto “pace in terra agli uomini di buona volontà” si dirà invece “pace in terra agli uomini, amati dal Signore“, sempre nell’ottica di rendere al meglio la traduzione del verbo greco originale, “eudokéo”.
Kyrie – Sempre per fedeltà al testo evangelico originale, nelle celebrazioni verranno privilegiate le invocazioni greche “Kýrie, eléison” e “Christe, eléison” rispetto alle traduzioni in italiano “Signore, pietà” e “Cristo, pietà”.
“Fratelli e sorelle” – Questa volta non c’entra la traduzione dal greco, quanto piuttosto l’esigenza di un linguaggio più inclusivo, al passo con i tempi. Così, se fino ad oggi il celebrante ha sempre usato il termine generico “fratelli” per rivolgersi all’assemblea dei fedeli, d’ora in avanti dovrà specificare “fratelli e sorelle”. Ad esempio, quindi, nell’atto penitenziale, si dirà: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle…“.
Infine, la nuova formula del congedo al termine della messa: non più “andate in pace”, bensì “andate e annunciate il Vangelo del Signore”.