È tornato ad attaccare contro la maggioranza di cui fa parte. Anzi solo un pezzo di maggioranza: quello rappresentato dal Movimento 5 stelle. Ma stavolta ha chiarito quale è l’obiettivo: un rimpasto di governo per gestire i soldi del Recovery fund. Se per mesi ha negato di chiedere poltrone per il suo piccolo partito, adesso Matteo Renzi esplicità quale sarà la sua strategia politica da qui a fine legislatura . E lo fa con due frasi, pronunciate in collegamento con In mezz’ora su Rai 3. “Il tema di rafforzare la squadra di governo c’è anche se non si allarga la maggioranza. Noi dobbiamo uscire da questa fase di emergenza, direi dopo la legge di bilancio, con una squadra più forte perché ci sono da spendere 200 miliardi di euro da gestire per i prossimi 30 anni“.
Cosa vuol dire rafforzare la squadra di governo se non l’esplicita richiesta di un rimpasto? E dire che nelle ultime settimane il leader d’Italia viva sembrava aver cambiato atteggiamento nei confronti del governo. Ha partecipato al summit convocato da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, anche se poi nei primi vertici di maggioranza in Parlamento sono subito emerse le spaccature sulle riforme. I rumors degli ultimi giorni, tra l’altro, avevano accostato il nome dell’ex premier alla poltrona di nuovo segretario della Nato. Lui però, intervistato da Lucia Annunziata, sembra pessimista: “Se posso essere io il segretario? Non credo perché bisogna capire gli equilibri dei vari vertici nazionali. Però la Nato deve occuparsi di cybersecurity un tema su cui lavoro e mi piace”. Per il momento, dunque, Renzi si limita a rivendica quel posto per il nostro Paese: “La segreteria della Nato dovrebbe toccare all’Italia, o almeno al sud Europa”.
E visto che al momento le possibilà sull’importante incarico alla Nato sembrano in discesa, l’ex segretario del Pd è tornato ad attaccare alcune scelte dell’esecutivo, a cominciare dalla gestione dell’emergenza del commissario Domenico Arcuri. “Io conosco bene Arcuri, ma questa cosa che qualsiasi emergenza venga gestita da Arcuri mi sembra un pò esagerato”, dice da Annunziata. “Io non sono partito in quarta contro Arcuri che è un bravo manager, ma posso permettermi di dire che non c’è un superman che può gestire insieme tamponi, banchi a rotelle, vaccini… Io preferirei una gestione del vaccino come quella di Angela Merkel che ha chiamato l’esercito”. Attacchi sparsi anche ai nemici storici dei 5 stelle, a cominciare dalla vicenda di Nicola Morra, la cui presenza è stata cancellata dalla Rai venerdì sera. Sabato tutta la maggioranza, compreso Michele Anzaldi di Italia viva, ha attaccato viale Mazzini per la censura. E prima di Renzi, a In Mezz’ora è stato Roberto Fico ad auspicare che “in Rai ammettano che è stato un grande sbaglio“. Renzi sfrutta l’occasione per attaccare entrambi gli esponenti del Movimento 5 stelle: “Il presidente della Camera non può dire che su Morra ha sbagliato la Rai, perchè con le frasi su Jole Santelli e i malati di tumore ha sbagliato Morra”.
Il principale protagonista del Patto del Nazareno, cioè quello che era l’accordo tra il suo Pd e Forza Italia, attacca i 5 stelle anche per la cosiddetta norma salva Mediaset. “Noi con Berlusconi abbiamo cercato di fare insieme le regole del gioco, le riforme. I 5 Stelle nel corso di questi anni ci hanno sempre attaccati dicendo che noi facevamo inciuci, ma loro non solo sono il partito politico che ha fatto un emendamento salva Mediaset, lo ha fatto con un ministro M5S e un viceministro M5S del Mise. I 5 Stelle sono arrivati ad essere il partito che concepisce norme salva Mediaset”. Quindi se da una parte la norma salva Mediaset è sbagliata, è giustissimo invece continuare a flirtare con Forza Italia: “Se Berlusconi si separasse da questo asse (Salvini e Meloni ndr) sarebbe una cosa positiva”. Per questo Renzi plaude all’atteggiamento tenuto dagli ex compagni del Pd: “Zingaretti e Bettini sono molto seri. Io non sono più nel Pd ma la posizione di Zingaretti è di grande serietà quando dice di andare a vedere le carte sull’apertura”. Da qui l’auspicio di allargare la maggioranza. Ma anche se così non fosse il leader del piccolo partito di Italia viva punta comunque a un rimpasto. “Perché bisogna utilizzare 200 miliardi che decidono i prossimi 30 anni”, spiega.