“Se domani riaprissero le scuole, come si spera, su trasporti e test rapidi siamo pronti?”. A farsi questa domanda in queste ore sono in tanti all’interno della maggioranza di Governo. Il giorno dopo il vertice di Palazzo Chigi – durante il quale la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, a notte fonda, ha alzato la mano per dire: “Sento parlare di apertura di ristoranti, negozi, piste da sci ma la scuola?”– la maggioranza si mostra decisamente divisa.

A porsi l’interrogativo è il Partito Democratico, l’ex sottosegretario all’Istruzione di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, ma anche qualche rappresentante del Movimento 5 Stelle che si è ritrovato a difendere la ministra con Luigi Di Maio. L’obiettivo dell’inquilina di viale Trastevere è chiaro: riaprire in maniera graduale le scuole superiori a partire dal 9 dicembre, primo giorno utile per tornare in aula dopo la scadenza del Dpcm del 3 novembre scorso. E sul termine “graduale”, in settimana, dati alla mano, si chiarirà il significato.

La titolare dell’Istruzione da settimane è al lavoro: ha scritto una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza per sapere quando saranno a disposizione i tamponi rapidi nelle scuole e ha preso carta e penna per inviare una missiva anche al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, sulla questione trasporti. Azzolina vuole andare fino in fondo su questi due temi. Ma proprio usando gli stessi argomenti (trasporti e salute), a mettere il bastone tra le ruote alla ministra è il Pd che accusa l’inquilina di viale Trastevere di non fare proposte concrete su come riavviare la scuola.

I Dem la buttano sul consueto “dobbiamo sentire la base” e la responsabile scuola del Pd, Camilla Sgambato, ieri impegnata in una call per quattro ore di fila, fa solo sapere che il partito “è impegnato con un ciclo di incontri di ascolto del Paese che comincerà con la scuola il 12 dicembre”. A far sentire la voce del Pd c’è l’ex ministra Valeria Fedeli: “Serve una scelta condivisa di sistema Paese per aprire e tenere aperte tutte le scuole di ogni ordine e grado anche con innovazioni del tempo scuola, orari, numero di insegnanti, didattica mista, trasporti. Serve un sistema Paese che sceglie come priorità vera l’apertura delle scuole dai nidi alle università”. Sulla stessa linea c’è la senatrice Vanna Iori che è anche pedagogista: “Tutto dipende dall’andamento dei contagi. Per quanto riguarda i trasporti non credo saremo pronti per ripartire a dicembre. Le scuole, tuttavia, devono avere la precedenza su tutto”.

A dar man forte alla ministra è sceso in campo il suo Movimento attraverso le parole del ministro Luigi Di Maio: “Strumentalizzare la scuola è da irresponsabili. Dico una cosa molto semplice, non si può trasformare la scuola in un campo di battaglia, bisogna agire con serietà. La ministra Lucia Azzolina ce la sta mettendo tutta per garantire il regolare svolgimento delle lezioni. Ed è premura di tutto il Movimento 5 Stelle far riaprire le scuole, in totale sicurezza e rispettando le norme anti-Covid, non appena ci saranno le condizioni. Bisogna permettere a tutti i nostri studenti di seguire le lezioni in presenza“. A difendere a spada tratta la ministra c’è anche Carla Ruocco: “Siamo tutti allineati con lei. Il Pd ha una posizione che mi meraviglia, mi aspetto uno scatto d’orgoglio. Spero che non ci sia alcuna spaccatura nella maggioranza. Se l’obiettivo è portare i ragazzi a scuola le modalità ci sono”.

Più prudente la posizione di Italia Viva. Se è vero, come racconta il Corriere della Sera, che l’unica a schierarsi con la ministra dell’Istruzione è stata Elena Bonetti, è altrettanto vero che in vista di un possibile rinvio a gennaio c’è chi fa il pompiere: “Noi dallo scorso mese di marzo – spiega Toccafondi – diciamo che la scuola non deve chiudere. Non siamo a favore di Lucia Azzolina ma dei ragazzi. Non si tratta di fare un referendum sulla ministra perché di errori ne sono stati fatti tanti visto che dopo tre mesi dall’inizio delle lezioni non ci sono ancora tutti i docenti”.

Intanto, alle lettere che la ministra ha inviato a Speranza e Bonaccini nessuno ha risposto e ad oggi di test rapidi nelle scuole si parla solo in Lazio e in Veneto. Sulla questione trasporti, invece, da viale Trastevere in questi giorni sono partite telefonate al governatore del Veneto, Luca Zaia, e persino al presidente del Piemonte, Alberto Cirio, con il quale quest’estate la ministra era scesa in guerra. Infine, al di là della politica, a dare una mano alla pentastellata c’è il Comitato tecnico scientifico che anche nella giornata di oggi è intervenuto attraverso il suo coordinatore Agostino Miozzo per dire che “le scuole devono riaprire perché non sono un luogo a rischio, ma un luogo di informazione e consapevolezza dei rischi”.

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