"Gli studenti hanno diritto di stare il più possibile a scuola - ha dichiarato la ministra a Sette Storie su Rai1 - Serve prudenza, ma se i contagi andranno giù e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno degli studenti in classe"
“Non possiamo immaginare a dicembre di avere strade affollate il pomeriggio e scuole superiori chiuse la mattina“. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, torna a premere per la riapertura graduale delle scuole prima di Natale, con il 9 dicembre individuata come data possibile, in parallelo anche ai possibili allentamenti delle restrizioni per consentire agli italiani di fare gli acquisti per i regali natalizi. “Nell’ultimo periodo le Asl sono andate in affanno, si è chiesto a tutti i settori del Paese di fare un sacrificio e anche la scuola ha dato una mano, ma mi auguro che sia una parentesi brevissima – ha spiegato la titolare dell’Istruzione a Sette Storie su Rai1 – Gli studenti hanno diritto di stare il più possibile a scuola”.
Azzolina specifica che comunque un eventuale riapertura dovrà coincidere con un calo dei contagi e dovrà avvenire adottando tutte le precauzioni necessarie a garantire la salute di studenti, insegnanti, personale scolastico e delle loro famiglie. “Serve prudenza, ma se i contagi andranno giù e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno graduale degli studenti in classe – ha aggiunto – E dovremo essere cauti anche negli ultimi giorni dell’anno, quando le scuole saranno chiuse. Servirà prudenza da parte di tutti anche per proteggere le scuole”.
Le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e della stessa ministra sembrano aver trovato una sponda in Palazzo Chigi che si prepara a riaprire le scuole prima di Natale. A spiegarlo è stato lo stesso presidente del consiglio, Giuseppe Conte: “Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo”, ha detto a Otto e mezzo su La7.
Da mercoledì, comunque, torneranno aperte le porte di asili e prime elementari in Campania, così come in Calabria, dove il Tar ha sospeso l’ordinanza regionale con cui il presidente facente funzione della Regione, Nino Spirlì, aveva disposto, dal 16 al 28 novembre, la sospensione della didattica anche delle scuole materne, elementari e prime medie. Ma restano comunque in vigore le ordinanze dei sindaci e, dunque, in molti comuni la didattica resterà ancora sospesa, in attesa di ulteriori miglioramenti nella curva dei contagi.
“Le scuole devono, non possono, ma devono, restare aperte”, sono state questa mattina le parole del responsabile del Cts Agostino Miozzo, il quale ha sottolineato che se “avremo momenti analoghi all’estate l’evoluzione dell’epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane. Avremo una generazione di liceali che andrà all’esame di Stato avendo perso il contatto fisico con l’universo scolastico per quasi un anno – ha concluso – Un danno incommensurabile“. “Siamo consapevoli del fatto che servono ancora molti sforzi, ma siamo pronti a farli – ha detto la ministra Azzolina – Perché la scuola è lo spazio dedicato ai nostri ragazzi dove imparare, socializzare, crescere, interagire. È il luogo dove trascorrono gran parte del loro tempo e per questo deve essere un ambiente protetto, accogliente e sicuro”.
A far discutere, oggi, sono anche le parole della ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, secondo la quale è stato “un errore mettere la didattica al 100% a distanza per le scuole secondarie di secondo grado”: “Oggi – ha ribadito – abbiamo degli studenti che di fatto avranno un anno vissuto a distanza, il che significa un anno perso dal punto di vista dell’acquisizione di quelle competenze che richiedono un confronto costante all’interno della classe tra studenti e docenti”. Parole cavalcate immediatamente dall’opposizione che, per bocca della deputata di Fratelli d’Italia, Maria Teresa Bellucci, sottolinea come siano “una chiara ammissione di colpa dell’esecutivo Conte”.