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Huawei FreeBuds Studio, recensione: cuffie circumaurali wireless con cancellazione attiva del rumore

Le Huawei Freebuds Studio sono le prime cuffie circumaurali wireless con cancellazione attiva del rumore del colosso cinese, ma offrono già una qualità audio più che buona e sono comode da indossare. Potrete sfruttarle al massimo se avete uno smartphone Huawei, o anche un qualsiasi smartphone Android. Se invece avete un’iPhone, la mancanza dell’app non le rende una scelta consigliata.

Anche Huawei fa il suo ingresso nel mondo delle cuffie circumaurali wireless con cancellazione attiva del rumore. Non è un settore facile, considerando gli ottimi prodotti offerti da molti competitor, e diciamo subito che il colosso cinese non entra in questo mercato con un prezzo concorrenziale. Le nuove arrivate, infatti, costano 299 euro, un prezzo più alto rispetto a molti dei modelli già presenti sul mercato. Vediamo quindi se Huawei è all’altezza delle aspettative di questo settore.

Realizzazione ed ergonomia

Huawei opta per un design che possiamo definire “standard”, cioè molto simile a quello delle molteplici cuffie ANC offerte oggi sul mercato. Non è un male, semplicemente non troviamo particolari caratteri distintivi. Forse l’unico dettaglio degno di nota è il braccetto estensibile in acciaio a cui sono collegati i padiglioni, sottile e in grado di alleggerire un po’ la linea dell’archetto. Quest’ultimo è ricoperto da una sottile membrana in finta pelle, utilizzata anche per la copertura del cuscinetto imbottito sottostante e per i padiglioni.

Entrambe le zone a contatto con la testa, quindi archetto e cuscinetti, sono morbide, ma non le più morbide che abbiamo provato. I padiglioni ruotano di novanta gradi verso l’esterno e di una decina di gradi verso l’interno, mentre si adattano anche in verticale seguendo le linee della testa. È possibile regolare la dimensione dell’arco estendendo i due padiglioni con un meccanismo fluido, cioè non avrete delle misure prefissate ma potrete regolare l’estensione al millimetro.

La copertura esterna dei padiglioni è in plastica, non particolarmente preziosa. La qualità non è differente rispetto a quella che si riscontra su altri modelli concorrenti, ma la finitura in color oro del modello che abbiamo provato non conferisce una sensazione di massima qualità. Probabilmente la versione di colore nero sarà probabilmente migliore sotto questo punto di vista.

Sul padiglione destro sono posizionati i tasti di accensione e accoppiamento bluetooth, assieme alla porta USB-C per la ricarica della batteria. Sul padiglione sinistro c’è unicamente il tasto di attivazione dell’ANC. Microfoni su entrambi completano la dotazione, mentre solo la superficie del padiglione destro è sensibile al tocco.

Sono comode, a patto che non abbiate una testa troppo grande e nel contempo siate particolarmente sensibili. La linea che disegna l’archetto si adatta perfettamente alla maggior parte delle teste, facendo un’adeguata pressione sui padiglioni per ancorarsi alla testa, mentre l’archetto estensibile si può regolare al millimetro per avere un’adesione perfetta a tutta la testa. A volte capita che ci sia uno sbilanciamento in base al design delle cuffie, cioè in alcuni casi sarà l’archetto a sorreggere la maggior parte del peso delle cuffie, altre volte i padiglioni. In questo caso il bilanciamento è pressoché perfetto. Tuttavia questo risultato è stato ottenuto disegnando un arco abbastanza stretto, abbinato a una rigidità sopra alla media: ciò significa che se avete una testa grande, l’archetto si allargherà più del previsto, esercitando una pressione maggiore attorno alle orecchie, che potrebbe affaticare più del dovuto. Insomma, interrogatevi su questo fattore in base alla dimensione della vostra testa. Lo spazio per le orecchie all’interno dei padiglioni è adeguato, non abbiamo notato problemi in questo contesto.

Comandi touch

Huawei ha inserito una sola superficie sensibile al tocco, quella posteriore dell’auricolare destro. La velocità in cui vengono recepiti i tocchi è buona. Il design dell’archetto a volte interferisce con l’ergonomia: inserendosi al centro del padiglione, capiterà che il vostro polpastrello colpisca l’archetto e non la superficie touch. Non è un problema insormontabile e in qualche giorno imparerete e “prendere le misure”.

La regolazione del volume, che avviene muovendo il polpastrello sulla superficie verso l’alto o il basso, non invia un input continuo, cioè muovendo il dito su o giù alzerete o abbasserete il volume di una piccola percentuale. Se vorrete un controllo più minuzioso dovrete interagire direttamente con lo smartphone.

Peccato che Huawei non abbia inserito una superficie sensibile al tocco anche nel padiglione sinistro, offrendo più possibilità di controllo.

Software

È possibile personalizzare il comportamento delle FreeBuds Studio tramite l’utilizzo dell’applicazione “AI Life”, e ciò esclude dai possibili acquirenti di queste cuffie tutti coloro che hanno un iPhone. Nonostante l’app non sia essenziale per usare le cuffie, che si collegano e funziono tramite Bluetooth, senza l’applicazione non sarà possibile impostare il comportamento dell’ANC, che di default è impostato sulla voce “Dinamica”, cioè l’intervento dell’ANC cambia in base alla rumorosità dell’ambiente. Tramite AI Life sarà possibile scegliere ulteriori tre preset, cioè “Comfort” (intervento limitato, adatto ad ambienti poco rumorosi), “Generale” per ambienti rumorosi e “Ultra” per ambienti estremamente rumorosi.

Non potrete personalizzare il comportamento del tasto ANC, che di default passa tra le tre modalità “Acceso”, “Spento” e “Modalità trasparenza”, e nemmeno il comportamento della gesture che prevede l’attivazione dell’assistente vocale (tenere premuta la superficie), che può essere sostituita con la possibilità di aggiungere un brano musicale ai preferiti. Certo, non si tratta di una personalizzazione estrema, ma senza l’App non avrete alcuna chance.

Ancora più importante è l’aggiornamento del firmware, che avviene tramite l’applicazione, o la possibilità di disattivare la riproduzione musicale quando la cuffia viene rimossa dalla testa.

Se avete uno smartphone Android, per scaricare l’app dovrete prima scaricare App Gallery, lo store dei dispositivi Huawei, e da lì scaricare AI Life. La versione presene sul Play Store non è aggiornata e quindi non permette di riconoscere le FreeBuds Studio. Potreste procedere all’installazione manuale, effettuando la scansione del QR Code, che vi guida, appunto, in diverse fasi che vi portano all’installazione dell’app. Insomma, non è proprio il massimo, ma se avete un minimo di dimestichezza con il mondo Android e installazione delle app tramite APK, non avrete problemi. Certo, se siete alle prime armi e v’interessano queste cuffie, assicuratevi di avere l’assistenza di un amico prima di procedere.

Ovviamente, se avete uno smartphone Huawei, queste cuffie si trovano nel loro ambiente naturale, si collegheranno direttamente e avrete il massimo controllo.

Qualità audio e sistema di cancellazione attiva del rumore

Il sistema di cancellazione attiva del rumore funziona alla perfezione e con ottime prestazioni. Difficile descrivere un confronto rispetto altre cuffie di fascia alta, considerando che abbiamo ormai raggiunto un livello dove le differenze stanno nelle sfumature o sono legate ad ambienti ed usi molto specifici.

Ci limitiamo quindi a dire che le capacità di cancellazione attiva del rumore delle Huawei FreeBuds Studio è buona tanto quanto quella delle cuffie migliori del mercato, offrendo quindi ottime prestazioni.

Aggiungiamo che il sistema di regolazione automatica del grado d’intervento dell’ANC funziona egregiamente, al punto tale che probabilmente non sentirete la necessità di cambiare il profilo dall’applicazione.

Il tasto ANC è comodo, anche se l’avremmo desiderato un po’ più grande così da raggiungerlo più facilmente, o sarebbe stato interessante sfruttare la superficie del padiglione sinistro come sistema di controllo addizionale per attivare le differenti modalità ANC o la trasparenza.

Ottime notizie per la qualità audio. La nostra prova d’ascolto ha denotato un buon bilanciamento e controllo, che permette di raggiungere prestazioni decisamente soddisfacenti. I bassi sono ben presenti, ma senza esagerare.

Si perde qualcosa in termini di velocità e precisione con i brani più, mentre il soundstage riprodotto è buono ma non ottimo. Soddisfacente la nitidezza e la precisione generale della riproduzione.

In breve, un bel paio di cuffie, che se la cavano egregiamente con la maggior parte delle tracce. Non vinceranno un premio per la qualità di riproduzione, ma sono decisamente sopra alla media. Insomma, sono promosse.

Potrete anche usarle per chiamate telefoniche, i microfoni si comportano bene e non abbiamo sentito lamentele da parte dei nostri interlocutori durante le chiamate telefoniche.

Autonomia

Huawei assicura un’autonomia di 20 ore con ANC attivo e 24 ore senza. Abbiamo misurato un valore leggermente inferiore, cioè circa 18 ore ANC attivo e impostato su modalità d’intervento dinamica. In questo lasso di tempo le abbiamo usate per circa due ore complessive di chiamate telefoniche e le restanti 16 ore circa di riproduzione musicale, con il volume al 70%.

In breve, non segnano alcun nuovo record, ma non sono nemmeno male. Sono più che idonee per un uso in casa o ufficio, per lavoro e svago, e potrete anche portarle con voi durante un viaggio.

Il connettore USB-C permette di attivare una ricarica veloce che in circa 10 minuti vi darà abbastanza autonomia per 8 ore di ascolto. In 60 minuti le avrete invece ricaricate completamente.

Conclusioni

Le FreeBuds Studio sono il primo tentativo di Huawei di entrare nel mercato competitivo delle cuffie circumaurali ANC, ma il colosso cinese l’ha fatto con un paio di cuffie comode, con un ottimo ANC e buona qualità audio.

Tra i principali difetti segnaliamo la non compatibilità con AptX e la mancanza di un jack audio che possa tornare utile nel caso in cui vi troviate con la batteria scarica (molto improbabile, considerando anche la possibilità della ricarica veloce). L’assenza dell’applicazione per iPhone, più che un difetto, è una mancata opportunità per Huawei di farsi scegliere dagli utenti iPhone. A conti fatti, il “difetto” più grande di queste cuffie è il prezzo di 299 euro, allineato a quello di altri prodotti simili, che però offrono qualcosa in più. Insomma, se le FreeBuds Studio costassero un po’ meno offrirebbero facilmente un valore superiore, che andrebbe anche oltre i problemi di gestione dell’applicazione. Il suggerimento è quindi di tenerle d’occhio, perché non è così inusuale che Huawei possa offrire qualche offerta o bundle con altri prodotti, che possa convincervi facilmente ad acquistarle.