Degli 80 dipendenti che lavorano sulla linea, una buona parte non si è presentata al lavoro nel turno della mattina, non permettendo così un'apertura in sicurezza. Azienda e assessorato ai Trasporti minacciano provvedimenti severi e fonti qualificate di Atac, parlando al Fatto.it, sostengono che si sia trattato di uno "sciopero selvaggio"
I sindacati parlano di un epilogo inevitabile, che prima o poi doveva concretizzarsi a causa della “gestione emergenziale della linea” da parte di Atac. L’azienda di trasporti promette “accertamenti ed eventuali azioni davanti alle autorità“, con fonti qualificate interne che a Ilfattoquotidiano.it confessano la convinzione che quello di stamani sia stato uno “sciopero selvaggio”. Fatto sta che stamattina Roma si è svegliata con la metro C chiusa. Motivazione: manca il personale per garantire il servizio. Situazione che, oltre a causare disagi ai cittadini, ha costretto la gran parte di loro ad accalcarsi sugli autobus per recarsi al lavoro, violando così ogni regola di distanziamento.
Il disagio si è presentato proprio al primo turno di lavoro, quello con il maggior afflusso di persone a causa dell’apertura degli uffici. La linea C è completamente automatizzata e non ha bisogno quindi di conducenti sulle varie carrozze, ma degli 80 dipendenti assegnati a questa tratta, “una buona parte non si è presentato. Tutto senza alcun preavviso, si tratta di uno sciopero selvaggio“, dicono le fonti dell’azienda al Fatto.it.
Si tratta ancora di un’ipotesi, però, visto che nel comunicato diffuso da Atac si legge solo che “svolgerà accertamenti approfonditi per chiarire le ragioni che hanno provocato la mancata apertura della linea C della metropolitana per indisponibilità di personale. Il numero di agenti di stazione presenti a inizio turno, infatti, non era sufficiente per garantire l’esercizio in sicurezza della linea. Atac sta controllando i documenti giustificativi giunti in azienda da parte del personale assente, anche per valutare eventuali azioni davanti alle autorità”.
Ma la mancata apertura, avvenuta poi intorno alle 10, visto che a quell’ora si è raggiunto il numero minimo di dipendenti per poter garantire il servizio, ha provocato non pochi disagi sui mezzi di superficie. L’azienda ha messo a disposizione dei bus-navetta per garantire il servizio, ma l’alto numero di persone che a quell’ora affolla la metro ha provocato assembramenti sui mezzi, con alcuni utenti che parlano di “bus stracarichi e distanziamento addio”.
Adesso, anche la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha invitato Atac a comunicare con urgenza, entro 24 ore, ogni utile informazione per svolgere accertamenti. E a scagliarsi contro il personale è anche l’assessore alla Città in movimento di Roma Capitale, Pietro Calabrese: “Quanto accaduto stamattina sulla metro C è ingiustificabile – ha scritto su Facebook – Parte del personale di stazione non si è presentato al lavoro impedendo di fatto l’apertura in sicurezza della linea. Un comportamento che ha provocato un’interruzione di servizio pubblico inaccettabile. Atac ha avviato un’indagine interna e sta svolgendo tutti gli approfondimenti del caso. Questo vuol dire che l’azienda valuterà anche azioni legali nei confronti di questi dipendenti. In questi giorni Atac sta tenendo incontri con i sindacati e sappiamo che stamani era previsto un nuovo confronto. Sia chiaro che non faremo sconti a nessuno. Saranno individuate le responsabilità e le pene saranno esemplari. Questo episodio è uno schiaffo in faccia alla città e ai romani, che ogni giorno si recano al lavoro con responsabilità”.
Proprio i sindacati, in particolare la Filt-Cgil che è quella che rappresenta la maggioranza dei dipendenti della metro C, hanno chiarito che quella che si è concretizzata oggi è una situazione frutto di una “gestione emergenziale del personale” già denunciata più volte dall’associazione di categoria. “L’azienda da anni gestisce in modo emergenziale una linea che ormai è diventata di importanza come le altre. Va gestita con risorse e personale adeguato – ha dichiarato il segretario regionale di Filt-Cgil Daniele Fuligni – Il problema sta negli agenti di linea che svolgono una mansione professionale e delicata. Sono complessivamente 80 su tutta la tratta. A differenza delle altre linee, però, sono abilitati a svolgere il 90% del lavoro, sia per gestirla da remoto che per il pronto intervento. Inoltre, in più di dieci stazioni della metro C la loro presenza è obbligatoria, se non ci sono non possono aprire”. E aggiunge: “Sono mesi, se non anni, che diciamo che essendo un profilo di questo tipo serve un organico più ampio. Da dopo l’estate già tre o quattro volte si è rischiato di chiudere la linea. Inoltre i turni che fanno vanno oltre l’orario di lavoro e non sono concordati, sono costretti a fare straordinari. Servirebbero più di cento agenti di linea per la metro C perché hanno anche una formazione obbligatoria che ti ‘mangia’ una fetta di orario di lavoro. In questa situazione bastano poche assenze in concomitanza, magari, di una quarantena in più legata al coronavirus e il servizio salta. Va potenziato l’organico perché se ci si trova in un momento particolare c’è bisogno di riserve”.