“Le scorte sono quasi finite. Appena ci arriva qualcosa lo diamo ai medici”. Fino al 7 novembre il Lazio era una tra le poche Regioni virtuose in Italia in relazione alla distribuzione dei vaccini antinfluenzali. La gran parte degli studi medici aveva chiesto e ottenuto le dosi necessarie a coprire le fragilità e, come confermato da Federfarma, il 4,5% delle dosi acquistate sono state riservate alle farmacie. Poi qualcosa si è inceppato. Il 9 novembre, l’atteso carico proveniente da Parigi con l’ultima parte della fornitura Sanofi Pasteur – una delle più importanti case farmaceutiche al mondo – non è mai arrivato a Roma. Circa 500mila fiale, sugli 1,4 milioni previsti, che sarebbero dovute andare a integrare quasi 1 milione di vaccini (977.397, per la precisione) già somministrati. “I ritardi nella campagna vaccinale del Lazio sono attribuibili esclusivamente” alla mancata consegna del colosso farmaceutico, sostiene l’Unità di Crisi della Regione.

“C’è un problema di approvvigionamento, la richiesta mondiale è aumentata del 300% rispetto allo scorso anno”, si sono giustificati gli emissari del colosso farmaceutico alle richieste di chiarimenti dell’Unità di crisi della Regione Lazio. Fatto sta che adesso il presidente Nicola Zingaretti si appresta a firmare una diffida ufficiale nei confronti di Sanofi, come aveva già fatto solo due giorni prima il suo collega del Piemonte, Alberto Cirio. “Tale ritardo nelle forniture sta causando un notevole rallentamento della campagna di vaccinazione e disorientamento degli utenti, soprattutto la fascia degli ultra 65 anni”, si legge in una nota dell’Unità di crisi Covid-19, guidata dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.

I ritardi potrebbero essere derivanti non solo dall’importante richiesta. Nei giorni scorsi una partita di vaccini è stata bloccata dall’Agenzia delle Dogane perché “bocciato dai controlli qualità”. Tra questi anche le fiale destinate a Lazio e Piemonte. Subito dopo la notizia dei ritardi nel completamento del lotto. Al momento, a Roma si va avanti grazie alle consegna della società Seqirus, 66mila dosi attese per oggi e altre 22mila per la prossima settimana. Nel complesso, la gara d’appalto laziale prevedeva quattro lotti: uno assegnato a Sanofi, due a Seqirus e il quarto a Pfizer. Senza i 500mila di Sanofi, a Roma sono attese nelle prossime settimane altre 900mila dosi. “Nonostante tutto, abbiamo già superato la precedente stagione vaccinale”, dice D’Amato.

Intanto, se fino a due settimane fa la situazione negli studi medici romani era abbastanza sotto controllo, da qualche giorno si registrano resse a macchia di leopardo. Il quotidiano Il Messaggero dà notizia di un esposto presentato da un gruppo di dottori di famiglia della Asl Roma 1, che hanno denunciato aggressioni e intimidazioni da parte dei loro pazienti, denuncia finita direttamente in Procura di Roma. Non solo. Anche le prenotazioni nelle farmacie ormai si accavallano e i tempi di attesa sono saliti dai 5-6 giorni iniziali fino addirittura a 20 giorni. “Stiamo facendo il possibile – spiegano dall’Unità di crisi regionale – gli approvvigionamenti continuano ma in questa fase sono ridotti. La macchina, che sembrava perfetta, si è inceppata. Non per colpa nostra”.

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