Il mistero di un ammanco da almeno mezzo milione di euro legato ai biglietti dei vaporetti a Venezia. L’Actv, l’azienda di trasporto pubblico, ha scoperto che qualcuno ha approfittato del meccanismo piuttosto complesso di vendita dei biglietti in alcune edicole della zona di piazzale Roma e di consegna degli stessi documenti di viaggio agli alberghi, che ne riforniscono i propri clienti. Il bubbone è scoppiato in piena pandemia, quando i flussi di vendita sono calati. Ma abitualmente la marea di turisti porta a una movimentazione economica impressionante per i punti vendita. Addirittura, le edicole di piazzale Roma, fatturano qualcosa come tre milioni di euro all’anno solo di biglietti.
Actv e Azienda Veneziana Mobilità stanno facendo i conti e hanno già provveduto al licenziamento di una funzionaria che non si sarebbe accorta delle irregolarità relative alle edicole, che non avrebbero versato i corrispettivi della vendita dei biglietti. Il filone più importante riguarda un “buco” creato da un’edicola di Piazzale Roma, che è gestita in regime di affitto d’azienda e che, trovandosi all’imbarcadero della linea 2, ha un giro d’affari elevato. Ma il gestore, che si sarebbe impegnato per acquisire un’altra rivendita, si è trovato finanziariamente con l’acqua alla gola, ritardando i pagamenti. La dipendente di Avn non si è accorta della situazione e per questo è stata licenziata. La società ha inviato una denuncia in Procura che dovrà chiarire le responsabilità.
Ma c’è un secondo capitolo, che riguarda la vendita diretta dei biglietti ad alberghi, B&B, alloggi familiari e ostelli. Per offrire un sevizio ai loro clienti, acquistano biglietti da vidimare che poi rivendono direttamente agli ospiti, soprattutto se stranieri, evitando loro le code agli imbarcaderi e fornendo il ticket più appropriato, con relative informazioni. Su questa vicenda c’è un’indagine interna che riguarda un dipendente, al momento sospeso dal servizio. Il sistema elettronico di controllo prevede anche il pagamento on-line, più sicuro, ma in passato c’erano settori di rifornimento che prevedevano la consegna diretta dei biglietti da parte di un incaricato della società che riscuote il corrispettivo. Secondo l’azienda, anche qui si è creato un ulteriore ammanco. Si tratta verificare la cifra reale.
Il giro d’affari di abbonamenti e biglietti singoli che viene gestito dai concessionari varia tra i 40 e i 50 milioni di euro in un anno di turismo non falcidiato dal Covid. Intervistato dai giornali locali, l’assessore alle Società partecipate, Michele Zuin, ha dichiarato: “In questo caso l’azienda e il Comune sono parte lesa. Chiaro che si prendono i provvedimenti. Ora, è stata individuata una responsabilità in capo a una persona che sarà accertata da un giudice. Non posso dire se sia stato fatto per dolo o per errore, di questo se ne occuperà la magistratura. Noi, come Comune, siamo parte lesa e al fianco dell’azienda per migliorare le procedure, che sono immediatamente cambiate quando ci si è accorti di quanto fosse accaduto. Averlo accertato dimostra che c’è un processo di controllo che funziona. Altrimenti non si sarebbe mai saputo nulla”.