Aumentano ancora le persone con il coronavirus che ogni giorno muoiono. Oggi i decessi sono 853. Per trovare numeri così alti bisogna tornare al picco della prima ondata, tra fine marzo e inizio aprile, quando si arrivò ai 919 morti del 27 marzo. Una cifra che è destinata a essere superata nei prossimi giorni, se il trend resterà invariato. I nuovi casi di martedì sono invece 23232, frutto di 188659 tamponi processati. I contagi aumentano di appena 300 unità rispetto a ieri, nonostante i 40mila test in più effettuati oggi. Rispetto a lunedì, cala per la prima volta da mesi il numero dei ricoverati: oggi sono 34.577, 120 in meno. Aumenta ancora, seppur leggermente, il saldo tra ingressi e uscite in terapia intensiva: oggi ci sono 6 posti letto occupati in più, in totale sono 3816 i pazienti in terapia intensiva. Le persone che attualmente hanno il virus in Italia sono 798.386.
Questa settimana i nuovi casi tra lunedì è martedì sono 46162, inferiori ai primi due giorni della settimana precedente e anche ai contagi del 9-10 novembre. Per il secondo martedì consecutivo si registra un calo del numero di positivi rispetto alla settimana precedente. Martedì scorsi i casi furono 32191, ma con 208mila tamponi effettuati (20mila in più rispetto ad oggi). Come sempre quindi bisogna guardare all’incidenza dei casi sul numero di test processati: una settimana fa era al 15,4%, oggi scende al 12,3 per cento. Anche il rapporto tra positivi e casi testati cala drasticamente al 24,4%, mentre 7 giorni fa era al 28. La curva dei contagi quindi continua a rallentare. “Il rapporto casi-tamponi è al 12,3%, il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa, quello dei ricoveri è -120 in area medica contro 528 di una settimana fa. Quindi gli indicatori vanno nella direzione sperata“, ha detto anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla conferenza stampa del ministero sull’analisi della situazione epidemiologica. “Oggi la percentuale di positivi è scesa di più di tre punti percentuali rispetto alla settimana precedente, questo è un dato importante”. ha aggiunto.
Potrebbe aver raggiunto il picco la curva dei ricoveri: oggi infatti per la prima volta sono più le uscite che le entrate di malati Covid in ospedale. Con un ritardo di qualche giorno, anche il tasso di occupazione delle terapie intensive sembra aver rallentato: negli ultimi due giorni in totale ci sono stati 15 letti in più occupati da pazienti con il virus. I modelli matematici del Politecnico di Milano, come ha spiegato oggi Davide Manca ad Askanews, avevano previsto proprio tra domenica e oggi il picco dei ricoveri. Allo stesso tempo però, la curva dei morti è destinata a salire: dopo che ieri è stata superata quota 50mila decessi da inizio pandemia, oggi ci sono state altre 853 vittime. E per arrivare al picco, secondo le previsioni del Politecnico, bisognerà aspettare il 7 dicembre. “Credo che ci sarà ancora un numero di morti di questa grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo”, ha confermato anche Locatelli.
“Oggi un brutto dato: ci sono stati 853 decessi a fronte di 630 di ieri”, ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa del ministero sull’analisi della situazione epidemiologica. “Non posso negare la mia preoccupazione, certamente spostamenti illimitati per Natale e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell’infezione”, ha aggiunto Rezza. Oltre 800 morti, ha sottolineato poi il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, “ci devono portare a ricordare che non siamo fuori dal problema, assolutamente no. E’ difficile commentare il Natale o la riapertura degli impianti sciistici pensando al numero dei decessi”. “Ci può essere una via di mezzo – ha aggiunto – che ad esempio potrà fare riferimento a restrizioni dopo particolari ore o a non creare ampi momenti di socialità“. Locatelli ha sottolineato anche come “i numeri attuali non rendono compatibile una ipotesi di riapertura perché vorrebbe dire esporre tutto il paese a una ripresa della curva epidemica e avere una concertazione europea è assolutamente fondamentale”.
Sono 186 le vittime del Covid solo in Lombardia, dove sono stati fatti 31mila tamponi, andando a rilevare 4.886 nuovi positivi, per un rapporto del 15,7%. Sono 932 i ricoverati in intensiva, 13 meno di ieri. I ricoverati tornano leggermente ad aumentare: sono 29 in più rispetto a lunedì. Tra le province, Milano registra 1442 nuovi casi, di cui 633 in città, mentre Varese ne conta 1011. Meglio Como con 428 e Monza-Brianza con 496. Oggi è il Lazio la seconda regione con il più alto numero di casi: sono 2.509 (con un incidenza che comunque resta al sotto il 9 per cento). Sono 2.501 i nuovi contagi in Emilia-Romagna, così come oltre 2mila positivi restano Veneto e Piemonte. Scende invece a 1.764 nuovi casi oggi la Campania. Balzo in su della curva in Sicilia (da 1.249 a 1.306 nuovi contagi) e soprattutto in Puglia (da 980 a 1.567), dove però è quasi triplicato rispetto a ieri il numero di tamponi processati.
I ricoverati in ospedale, oltre che in Lombardia, crescono ancora significativamente in Veneto (+56), in Sardegna (+15) e nel Lazio (+10). Calo invece in Campania (-57), Toscana (-61) e Liguria (-69). Le terapie intensive aumentano in Puglia (+14), Lazio e Veneto (+10). Se la Lombardia conta altri 186 decessi, il Veneto in 24 ore ha 95 decessi. Record di vittime del Covid in Campania (+78), Puglia (+52), Sicilia (+48) e Basilicata (+16).
Cronaca
Coronavirus, 853 morti nelle ultime 24 ore. I nuovi casi sono 23232 con 188mila tamponi. Calano i ricoverati in ospedale: 120 in meno
I contagi aumentano di appena 300 unità rispetto a ieri, nonostante i 40mila test in più effettuati oggi: l'incidenza dei positivi sul numero di test processati scende al 12,3 per cento. Sei posti letto in più occupati da pazienti Covid in terapia intensiva, mentre diminuiscono i ricoverati in area medica. I decessi però continuano a crescere, Locatelli: "Ancora 10-14 giorni prima di vedere un calo. Difficile commentare il Natale o la riapertura degli impianti sciistici pensando a questi numeri". Rezza: "Natale? Non posso negare la mia preoccupazione"
Aumentano ancora le persone con il coronavirus che ogni giorno muoiono. Oggi i decessi sono 853. Per trovare numeri così alti bisogna tornare al picco della prima ondata, tra fine marzo e inizio aprile, quando si arrivò ai 919 morti del 27 marzo. Una cifra che è destinata a essere superata nei prossimi giorni, se il trend resterà invariato. I nuovi casi di martedì sono invece 23232, frutto di 188659 tamponi processati. I contagi aumentano di appena 300 unità rispetto a ieri, nonostante i 40mila test in più effettuati oggi. Rispetto a lunedì, cala per la prima volta da mesi il numero dei ricoverati: oggi sono 34.577, 120 in meno. Aumenta ancora, seppur leggermente, il saldo tra ingressi e uscite in terapia intensiva: oggi ci sono 6 posti letto occupati in più, in totale sono 3816 i pazienti in terapia intensiva. Le persone che attualmente hanno il virus in Italia sono 798.386.
Questa settimana i nuovi casi tra lunedì è martedì sono 46162, inferiori ai primi due giorni della settimana precedente e anche ai contagi del 9-10 novembre. Per il secondo martedì consecutivo si registra un calo del numero di positivi rispetto alla settimana precedente. Martedì scorsi i casi furono 32191, ma con 208mila tamponi effettuati (20mila in più rispetto ad oggi). Come sempre quindi bisogna guardare all’incidenza dei casi sul numero di test processati: una settimana fa era al 15,4%, oggi scende al 12,3 per cento. Anche il rapporto tra positivi e casi testati cala drasticamente al 24,4%, mentre 7 giorni fa era al 28. La curva dei contagi quindi continua a rallentare. “Il rapporto casi-tamponi è al 12,3%, il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa, quello dei ricoveri è -120 in area medica contro 528 di una settimana fa. Quindi gli indicatori vanno nella direzione sperata“, ha detto anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla conferenza stampa del ministero sull’analisi della situazione epidemiologica. “Oggi la percentuale di positivi è scesa di più di tre punti percentuali rispetto alla settimana precedente, questo è un dato importante”. ha aggiunto.
Potrebbe aver raggiunto il picco la curva dei ricoveri: oggi infatti per la prima volta sono più le uscite che le entrate di malati Covid in ospedale. Con un ritardo di qualche giorno, anche il tasso di occupazione delle terapie intensive sembra aver rallentato: negli ultimi due giorni in totale ci sono stati 15 letti in più occupati da pazienti con il virus. I modelli matematici del Politecnico di Milano, come ha spiegato oggi Davide Manca ad Askanews, avevano previsto proprio tra domenica e oggi il picco dei ricoveri. Allo stesso tempo però, la curva dei morti è destinata a salire: dopo che ieri è stata superata quota 50mila decessi da inizio pandemia, oggi ci sono state altre 853 vittime. E per arrivare al picco, secondo le previsioni del Politecnico, bisognerà aspettare il 7 dicembre. “Credo che ci sarà ancora un numero di morti di questa grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo”, ha confermato anche Locatelli.
“Oggi un brutto dato: ci sono stati 853 decessi a fronte di 630 di ieri”, ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa del ministero sull’analisi della situazione epidemiologica. “Non posso negare la mia preoccupazione, certamente spostamenti illimitati per Natale e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell’infezione”, ha aggiunto Rezza. Oltre 800 morti, ha sottolineato poi il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, “ci devono portare a ricordare che non siamo fuori dal problema, assolutamente no. E’ difficile commentare il Natale o la riapertura degli impianti sciistici pensando al numero dei decessi”. “Ci può essere una via di mezzo – ha aggiunto – che ad esempio potrà fare riferimento a restrizioni dopo particolari ore o a non creare ampi momenti di socialità“. Locatelli ha sottolineato anche come “i numeri attuali non rendono compatibile una ipotesi di riapertura perché vorrebbe dire esporre tutto il paese a una ripresa della curva epidemica e avere una concertazione europea è assolutamente fondamentale”.
Sono 186 le vittime del Covid solo in Lombardia, dove sono stati fatti 31mila tamponi, andando a rilevare 4.886 nuovi positivi, per un rapporto del 15,7%. Sono 932 i ricoverati in intensiva, 13 meno di ieri. I ricoverati tornano leggermente ad aumentare: sono 29 in più rispetto a lunedì. Tra le province, Milano registra 1442 nuovi casi, di cui 633 in città, mentre Varese ne conta 1011. Meglio Como con 428 e Monza-Brianza con 496. Oggi è il Lazio la seconda regione con il più alto numero di casi: sono 2.509 (con un incidenza che comunque resta al sotto il 9 per cento). Sono 2.501 i nuovi contagi in Emilia-Romagna, così come oltre 2mila positivi restano Veneto e Piemonte. Scende invece a 1.764 nuovi casi oggi la Campania. Balzo in su della curva in Sicilia (da 1.249 a 1.306 nuovi contagi) e soprattutto in Puglia (da 980 a 1.567), dove però è quasi triplicato rispetto a ieri il numero di tamponi processati.
I ricoverati in ospedale, oltre che in Lombardia, crescono ancora significativamente in Veneto (+56), in Sardegna (+15) e nel Lazio (+10). Calo invece in Campania (-57), Toscana (-61) e Liguria (-69). Le terapie intensive aumentano in Puglia (+14), Lazio e Veneto (+10). Se la Lombardia conta altri 186 decessi, il Veneto in 24 ore ha 95 decessi. Record di vittime del Covid in Campania (+78), Puglia (+52), Sicilia (+48) e Basilicata (+16).
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "La Sicilia, purtroppo, vive da decenni un’emergenza che sembra diventata strutturale. Il mio governo ha individuato fin dalla campagna elettorale questo come un obiettivo primario, consapevole che la gestione dei rifiuti non è solo un problema ambientale, ma anche sociale ed economico. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con un sistema fondato su discariche ormai al collasso, senza un’efficace pianificazione e con una raccolta differenziata ancora insufficiente. E soprattutto, mancava uno strumento fondamentale: il Piano rifiuti, indispensabile per poter programmare e realizzare qualsiasi intervento strutturale. Lo abbiamo speditamente adottato nel novembre scorso, dopo un grande lavoro di squadra che ha coinvolto vari organi istituzionali preposti al ramo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia, il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani,.
"Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficile, sia dal punto di vista normativo che politico- prosegue - E a volte avvertiamo una condizione di solitudine, nel dover difendere un’idea di sviluppo che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che invece incontra resistenze incomprensibili e a volte ambigue. Non cori da stadio, ma silenzi a volte trasversali e imbarazzanti".
"Non è un caso che il tema dei termovalorizzatori in Sicilia sia presente nel dibattito pubblico da oltre vent’anni, senza mai trovare una concreta soluzione- aggiunge Schifani - In tutto questo tempo, mentre in altre regioni italiane e in Europa si realizzavano impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in energia, in Sicilia si continuava a rinviare, accumulando ritardi su ritardi e lasciando che il problema si aggravasse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: città invase dai rifiuti, discariche sature, costi di smaltimento sempre più elevati e una dipendenza dall’estero per l’invio della spazzatura che pesa sulle tasche dei cittadini siciliani per oltre cento milioni all'anno". "Ciò che trovo più preoccupante è la rassegnazione diffusa tra i siciliani. Dopo decenni di annunci e promesse mancate, molti ormai non credono più che il cambiamento sia possibile. Ma io dico che questa volta è diverso. Questa volta il governo regionale ha fatto una scelta chiara e irreversibile: realizzare gli impianti e dare finalmente alla Sicilia una gestione moderna ed efficiente dei rifiuti. E per questo obiettivo dedico due pomeriggi al mese per monitorare di persona il percorso, spesso complesso ma che ci sforziamo di velocizzare. Per non parlare dei numerosi ricorsi presentati contro il mio piano per bloccare il tutto. A questi ci opporremo con fermezza e competenza".
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.