A volte ritornano. O meglio restano sempre sulla cresta dell’onda, come accade per Enrico Laghi, apprezzato professionista nonché pupillo di Pellegrino Capaldo, il banchiere irpino che negli anni ’80 fu uno dei tre probiviri designati dalla segreteria di Stato della Santa Sede per far seppellire il Banco Ambrosiano più lontano possibile dalla banca vaticana, lo Ior. L’allievo prova a superare il maestro e risponde alla chiamata della famiglia Benetton per i quali rappresenta l’ultima spiaggia per uscire con minor danno possibile, se non addirittura con profitto, dalla trattativa con il governo sulle Autostrade che è stata affossata nei giorni scorsi dai dettagli dell’inchiesta genovese sul crollo del ponte Morandi.

Una situazione estremamente complessa perfino per i fratelli di Ponzano Veneto che, per traghettare in acque sicure la loro cassaforte, Edizione, hanno deciso di puntare sul sicuro. Enrico Laghi, l’uomo giusto al posto giusto. “Si tratta di una scelta di chiara matrice tecnica, a favore di un professionista con uno spiccato approccio istituzionale, che gode della piena fiducia di tutti i componenti della famiglia e del Consiglio di amministrazione, anche funzionale alla futura individuazione di una figura manageriale che possa accompagnare la Società in un cammino di lungo periodo“, ha spiegato domenica una nota della holding dei Benetton.

Di certo l’esperienza in casi spinosi non gli manca e neppure un legame, seppure indiretto, con le Autostrade. O meglio, con il ponte Morandi. Da commissario Ilva e contemporaneamente di Alitalia, a fine ottobre dello scorso anno Laghi si è anche ritrovato a fare da consulente del piano per il cosiddetto salvataggio di Astaldi, che si concludeva candidandolo a procuratore/liquidatore dei beni del gruppo di costruzioni da vendere per saldare parte dei debiti. E questo pur essendo lui stesso creditore di Astaldi, poi assorbita da WeBuild, società di appalti che fa capo a Pietro Salini. Proprio quella, cioè, che è appena stata celebrata per aver ricostruito il ponte Morandi, oggi San Giorgio, a tempo record grazie alle molteplici deroghe del “modello Genova”.

Secondo il Tribunale che a suo tempo aveva ribadito l’imparzialità del candidato, i conflitti d’interesse nel caso Astaldi erano quisquilie. E lo erano anche per l’interessato che, in quella occasione, aveva spiegato come gli oltre 900mila euro di crediti maturati “rappresentano meno del 9% circa del volume d’affari registrato” da lui e dal suo studio nel periodo in cui si era formato il credito con Astaldi (2017-18). Quindi la somma non era “tale da poter incidere” sulla sua indipendenza, che si basa piuttosto sull’esistenza di altri incarichi.

Come dargli torto? Una visura camerale completa delle posizioni ricoperte dal 51enne professore ordinario di Economia Aziendale alla Sapienza di Roma e, tra il resto, docente di Analisi Contabile al Corso Superiore della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, tra passato e presente è lunga ben 77 pagine. Nella sua fortunata carriera Laghi è stato a lungo nel collegio sindacale del gruppo Acea su input del socio forte Caltagirone. Il costruttore editore romano ha dimostrato in più occasioni il suo apprezzamento per il professionista, nonostante il suo ragguardevole cachet e le sue numerose assenze, che nell’ultimo mandato lo avevano visto presenziare a non più di due terzi delle riunioni dell’organismo di vigilanza della società capitolina dell’acqua e della luce.

Del resto Laghi è titolare di uno studio che nel 2017-18 ha registrato un volume di affari vicino ai 10 milioni di euro. Lui stesso, accanto a consulenze di pregio come quelle per l’Agenzia delle Entrate, ha all’attivo numerosi delicati incarichi: il Corriere della Sera nel 2017 ne contò 24. Ricorrenti, tra un commissariamento e l’altro, i media e appunto, i costruttori. Non ultima la gestione commissariale di Air Italy, mentre quella dell’Ilva si è perfino sovrapposta a quella di Alitalia, a cui era approdato dopo essere stato presidente dell’azionista di maggioranza Midco, non senza rilievi da parte dell’Anac. Evidentemente una poltrona val bene un rilievo.

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