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La tosse di Conte

I colpi di tosse sono come le ciliegie. Uno tira l'altro. Così il premier ieri sera in tv ha tossito, non una ma più volte. Gli attacchi di tosse in televisione sono una specie di must del sorrisetto da tempo, fonte di commenti social e fucina di meme. Figurarsi poi se a tossire è il premier e in tempo di covid-19

di Claudia Rossi

Giuseppe Conte è stato ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo. Il premier era atteso su diversi punti, dal nuovo dpcm natalizio a un primo bilancio sulla gestione di questa seconda ondata covid-19. A tutto questo, Conte era preparato (anche se il sempre punzecchiante Dagospia sostiene che “sbirciasse” un po’ troppo sul telefonino). Quello a cui non poteva essere preparato è la tosse. La tosse arriva. C’è una certa ineluttabilità, nella tosse. Sei lì che stai parlando tranquillamente e piano piano sale un “pizzico” alla gola. E allora provi a emettere suoni gutturali, a deglutire, a pensare a un campo di papaveri. Ma non funziona: scappa il primo colpo. I colpi di tosse sono come le ciliegie. Uno tira l’altro. Così il premier ieri sera in tv ha tossito, non una ma più volte. Gli attacchi di tosse in televisione sono una specie di must del sorrisetto da tempo, fonte di commenti social e fucina di meme. Figurarsi poi se a tossire è il premier e in tempo di covid-19. C’è immaginare e anzi da sperare che in un ruolo come il suo, Conte sia controllato “al minuto” (e sul perché non abbia messo la mascherina, quando si è accorto della “malaparata”, non si possono fare ipotesi: forse il “pathos” nella gestione della tosse lo ha mandato in confusione?). A onor del vero però, si tratta di una cosa che in tanti hanno sperimentato, magari non in televisione.

Non si può più tossire né starnutire in pubblico. Si narra di gente che, per riuscire a tossire senza essere additata come “untore”, sia saltata giù dall’autobus non ancora fermo per buttarsi dentro a un cespuglio a bordo strada e dare finalmente sfogo al colpo di tosse. Altri pare si siano tenuti la tosse dentro, un po’ come il “tu mancia” di fantozziana scuola. C’è perfino chi ha lasciato un meeting correndo fuori dalla porta come un pazzo e si è rifugiato in bagno: che pensino pure alla dissenteria, sempre meglio che uno starnuto. Un signore ha tossito in macchina, fermo al semaforo, col finestrino mezzo abbassato e in men che non si dica il vicino l’ha speronato con la sua auto, guardandolo con aria sfidante e incattivita. Esagerazioni? Sì. Senza dubbio. Anche perché il covid-19 è una bestiaccia senza scrupoli ed è normale temerlo. Ancora più normale è e deve essere proteggersi e proteggere gli altri, seguendo le disposizioni. Certo il risvolto del non poter più fare un innocuo colpo di tosse in pubblico c’è, e fa sorridere. Ieri sera, a tener banco sui social più di ogni altra cosa, è stata proprio la tosse del premier. Anche perché, a volerla proprio dire tutta, sul resto non è mica stato tanto chiaro. Sulle misure natalizie, per esempio. Ebbene, Presidente, vista la “cosa” della tosse (che lei stesso ha sperimentato) e viste un mucchio di altre cose, prima tra tutte quella di voler regalare alle persone che amiamo un Natale sicuro, forse è bene pensarci cento volte prima di far spostare tutti. Lei sa che effetto può fare un colpo di tosse in treno. Per scherzo. Oppure, e questo è un problema, “per davvero”.

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