Se fino a qualche settimana fa il nemico numero uno della Sardegna era il Covid, oggi la mia bellissima terra si trova a dover fronteggiare anche un’altra incombente minaccia: Report. A quanto pare questa trasmissione ha fatto l’errore di volerci vedere chiaro sulla spinosa questione delle discoteche aperte quest’estate e sul conseguente innalzamento dei contagi.

Ma come gli sarà venuto mai in mente, dico io? Una regione amministrata così bene come la Sardegna, Covid-free per eccellenza, che è stata poi infettata dai continentali brutti e cattivi, non merita di essere messa alla gogna in questo modo. In fondo che cosa sarà successo mai? Qualche focolaio in un paio di discoteche famose, controlli inesistenti sia in spiaggia che nei locali, ristoranti pieni fino a scoppiare con le mascherine usate come bandana, assembramenti lungo le piccole vie dei paesi di vacanza, ma che vuoi che sia?

E poi ditemi, si doveva forse rinunciare ad una seratona da sturbo al Phi Beach con Sven Vath in console? Oppure avrebbero dovuto rendere le spiagge a numero chiuso, quando si poteva riempirle di ombrelloni fino ai parcheggi? Dai su, non diciamo assurdità. I contagi erano pochi e ognuno aveva la mascherina in tinta con bikini e poi la Sardegna è una terra che vive di turismo, di tronisti e opinionisti di Barbara D’Urso, di serate al Billionaire e selfie appoggiati agli yacht ormeggiati a Porto Cervo, di cene esclusive scroccate ad arte e di aperitivi a bordo piscina a casa di estranei in cui si arriva già brilli e abbronzati, sennò non entri.

E una trasmissione faziosa come Report vorrebbe fare le pulci a questa regione integerrima? Probabilmente siete solo invidiosi, perché come dice bene Antonella Mosetti “l’unica cosa che potete permettervi di prendere al Billionaire è il Covid”. Ma poi che avrà scoperto mai questo Report? Che non esiste nessun parere tecnico scientifico che abbia autorizzato l’apertura delle discoteche ad agosto, che la Regione Sardegna abbia ceduto alle pressioni di “localari” e imprenditori per far ripartire la bolgia estiva, che il Presidente Christian Solinas abbia deliberatamente anteposto il guadagno di qualche locale esclusivo alla salute di tutti i sardi?

Ma io dico, si chiama Regione Autonoma della Sardegna, va da sé che decide autonomamente di aprire le discoteche quando cazzo vuole, quindi mettetevi l’anima in pace. E visto che siete tutti lì a dire che la Sardegna non ha pensato ad arginare i contagi, vi informo che è stata creata persino un’applicazione Sardegna Sicura che Immuni scansati, per tracciare tutti i turisti che sbarcavano sull’isola. Un successone, il milione e duecentomila euro meglio speso della storia politica sarda e senza nessun bando di aggiudicazione! Peccato solo che potrebbe essere illegale, visto che il garante per la privacy ha stabilito, questa estate, che tutte le app che non sono Immuni e che fanno tracciamento dei contatti sono illegittime.

Fortunatamente nell’ultimo consiglio regionale sono stati affrontati tutti i temi relativi a queste indagini, sono state messe in tavola tutte le problematiche della regione, ci si è resi conto degli errori fatti e si è cercato di capire come mai la Sardegna si trova oggi in una situazione fuori controllo dal punto di vista sanitario. Dopo un’attenta analisi, si è finalmente arrivati all’unica possibile conclusione: la colpa è di Report, ”una trasmissione vergognosa, faziosa che si è permessa di fare le pulci alla Regione Sardegna” come ha sottolineato con trasporto politico l’onorevole Giovanni Satta.

C’è chi però potrebbe vederla da un altro punto di vista, chi potrebbe pensare che una inetta classe politica sarda abbia deliberatamente scelto, durante una pandemia, di tutelare i guadagni di alcuni imprenditori ben sapendo che questo avrebbe compromesso la salute di tutti i cittadini, inventandosi un fantomatico parere tecnico scientifico positivo di cui non si ha traccia e che anzi parrebbe essere addirittura negativo. Tutto questo trascurando completamente i controlli nelle spiagge, nei bar, nei ristoranti e nelle affollate vie centrali dei luoghi di vacanza.

Una cosa è certa, la Sardegna – come del reso altre regioni del nostro Paese – deve affrontare un nemico ancora più spaventoso del Covid: la sua giunta regionale. Uno dei due mali potrà essere curato, l’altro dovrà necessariamente essere estirpato.

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