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Cronaca - 25 Novembre 2020
“App e nuove tecnologie per curare i pazienti Covid a casa ed evitare ricoveri non necessari”. Al via nel Lazio un progetto di teleassistenza
Un device per misurare sei parametri vitali, dalla temperatura corporea, alla pressione arteriosa, fino alla saturazione dell’ossigeno, l’ECG e le frequenze cardiaca e respiratoria. Un collegamento costante tra paziente, in isolamento domiciliare dopo aver contratto il Covid, e il medico di base, che può offrire un teleconsulto o ricevere, attraverso una app, le informazioni necessarie, allertato in caso di emergenze e parametri fuori norma. Così funzionerà il progetto pilota e sperimentale di teleassistenza domiciliare per pazienti Covid, lanciato dalla Regione Lazio e dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma (che ha il ruolo di coordinamento), ribattezzato “10 per 10“.
“Abbiamo la necessità di curare i pazienti a casa, quando possibile, in totale sicurezza, evitando ricoveri inappropriati”, ha spiegato Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. Questo perché, ha continuato, “la pressione sui presidi ospedalieri in questa fase della malattia è sempre maggiore”. “Abbiamo più di 70mila persone in isolamento domiciliare: vanno seguite perché, altrimenti, in caso di peggioramenti, rischiano di intasare strutture già sotto stress”, ha sottolineato pure l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, precisando come il progetto (al momento limitato ai due municipi XI e XII della Capitale, con 100 pazienti (dieci pazienti per dieci medici che verranno selezionati e formati) potrà in futuro essere implementato, in caso di risultati positivi.
“Già noi all’ospedale Grassi di Ostia utilizziamo un’altra piattaforma per la teleassistenza e il teleconsulto cardiologico e oncologico“, ha spiegato Simona Amato, direttrice sanitaria dell’Asl Roma 3. Prestazioni considerate di vitale importanza in un momento in cui, come denunciato anche dalla Foce (federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) di fronte alle strutture ospedaliere al collasso e ai posti letto pieni per l’emergenza Covid, si è ridotto drasticamente il numero delle prestazioni oncologiche e cardiologiche: “Questo sistema ci può aiutare a dare una risposta anche ad altre esigenze sanitarie, in un momento così delicato”, ha così continuato Voia. “Oggi sarà usato contro il Covid, domani sarà il futuro della sanità“.