"È stato molto provante psicologicamente, ma io che sono uno pauroso, un ipocondriaco, ho scoperto dentro di me una forza che mai avrei creduto di avere”
“Sono portato a credere di essermi contagiato in famiglia. Mia moglie Gabriella, asintomatica, era andata a trovare dei parenti poi risultati positivi. Quindi ci siamo isolati e divisi: lei a casa, io al piano di sotto, ma non è bastato”. A dirlo è Gerry Scotti che, in un’intervista aa Tv Sorrisi e Canzoni, è tornato a parlare della sua battaglia contro il Covid, ripercorrendo le tappe della malattia.
Il conduttore ha raccontato di aver avuto la febbre a 37,5 per diversi giorni poi, siccome le sue condizioni non miglioravano, il ricovero all’Humanitas di Rozzano: “Mi sono affidato ai medici e comunicavo ogni loro decisione a Carlo Conti che, guarda i casi della vita, era pure lui in ospedale. Ci scrivevamo ogni giorno: ‘A te quanti litri di ossigeno oggi?’, ‘A me tre’, ‘A me quattro’. Sembravamo i vecchietti del “Muppet Show””. Poi il momento peggiore, “quello con il casco per la ventilazione – ha chiosato senza pensarci -. È stato molto provante psicologicamente, ma io che sono uno pauroso, un ipocondriaco, ho scoperto dentro di me una forza che mai avrei creduto di avere”.