A San Siro mancano circa venti minuti alla fine. È la quinta giornata del girone C della Champions League 1998/99. Il risultato tra Inter e Real Madrid è fermo sull’1 a 1 per merito del tocco fortuito di Ivan Zamorano su conclusione di Ronaldo e del pareggio di testa di Clarence Seedorf. Un uno-due a inizio ripresa che però va bene solo agli spagnoli, primi nel raggruppamento con nove punti. La squadra nerazzurra ha infatti sette punti in classifica. Gli stessi dei russi dello Spartak Mosca, impegnati in casa contro il già eliminato Sturm Graz. La sfida contro i campioni d’Europa in carica rappresenta quindi un passaggio fondamentale per la qualificazione ai quarti di finale. Non sono ammessi calcoli. I tre punti sono obbligatori. Il match è importante anche per un altro motivo: riscattare un cammino in Serie A tutt’altro che entusiasmante. Appena quattordici punti. Quattro sconfitte in dieci giornate. L’ultima tre giorni prima, contro la capolista Fiorentina al Franchi.
Ai nerazzurri serve una scossa e questa arriva quando il quarto uomo alza la lavagna luminosa. Gigi Simoni ha deciso di giocarsi il secondo cambio della serata. È Zamorano – scelto in coppia con Ronaldo per partire dal primo minuto – a lasciare il terreno di gioco. Il suo 1+8 si avvia verso la panchina. Al suo posto entra Roberto Baggio. Il Divin Codino è arrivato dal Bologna al termine del mondiale di Francia ’98. Ha offerto buone prestazioni – tra cui tre assist e una rete nel turno preliminare vinto contro i lettoni dello Skonto – ma ancora non è riuscito a conquistare il posto da titolare. Per lui è una grande occasione. Lo è, in particolare, considerando il contesto. In Coppa Campioni non ha mai raccolto molto in carriera: appena due reti.
È l’86esimo. Sono passati sedici minuti dal suo ingresso in campo. La pressione offensiva dell’Inter nella metà campo madrilena è costante da parecchi minuti, trascinata dai quasi 80mila spettatori del Meazza. La palla è al limite dell’area spagnola. Simeone cerca il triangolo con Baggio. Il pallone però viene intercettato involontariamente da Ivan Campo e torna sui piedi del Divin Codino. La carambola ha aperto un buco nella difesa del Real Madrid, proprio all’altezza del dischetto del rigore. Baggio calcia con il destro. La sfera passa in mezzo alle gambe del portiere tedesco Illgner e finisce sotto la traversa. È il 2 a 1. È il suo primo sigillo di peso in Champions League.
La partita però non è ancora terminata. Manca poco al fischio finale. Giusto il tempo di trasformare una grande vittoria in una serata da ricordare. Sono passati quattro minuti. Le Merengues sono completamente sbilanciate in avanti alla ricerca del pareggio. I nerazzurri recuperano palla a centrocampo con Simeone. L’argentino trova un filtrante perfetto per Baggio, solo davanti a Illgner. Finta, contro-finta, dribbling e sinistro alle spalle del numero uno madrileno. È finita. San Siro è una bolgia come non accadeva da tanto tempo. L’entusiasmo è incrementato anche dalle notizie che giungono da Mosca. Lo Spartak è stato bloccato sullo zero a zero dallo Sturm Graz. L’Inter è in vetta al girone da sola.
Una posizione che viene conservata fino alla fine. Nell’ultima giornata i nerazzurri battono per 2 a 0 lo Sturm Graz e chiudono con 13 punti. Il Real Madrid si ferma a 12. In Austria però, sulla panchina nerazzurra, non c’è più Gigi Simoni, ma il rumeno Mircea Lucescu. Quattro giorni dopo la partita contro i Blancos l’Inter ospita la Salernitana in campionato. La partita finisce con una vittoria per 2 a 1 ma la prestazione è stata ampiamente deludente. Per Massimo Moratti è arrivato il momento di cambiare. Simoni viene esonerato. Una scelta controversa, che segna l’annata dell’Inter. Il campionato si chiude all’ottavo posto. In Europa invece l’eliminazione arriva nei quarti contro il Manchester United. La stagione viene conclusa da Roy Hodgson, arrivato dopo le tre giornate guidate da Luciano Castellini.
La partita contro il Real Madrid doveva essere un nuovo inizio per Simoni e invece si è rivelata l’ultima recita. Esattamente come per Roberto Baggio. Per il Divin Codino il posto da titolare non arriverà mai e l’arrivo di Marcello Lippi, l’anno successivo, lo pone definitivamente ai margini della rosa. Di lui, in nerazzurro, si ricorderà soltanto quella partita, che stasera l’Inter di Antonio Conte proverà a replicare contro lo stesso avversario di 22 anni fa. Per dare una svolta a un’avventura in Champions League fin qui segnata dalle difficoltà.