Da mesi le autorità sanitarie federali invitano la popolazione Usa a non celebrare il tradizionale Giorno del Ringraziamento per evitare di compromettere ulteriormente la situazione pandemica. Ma il tycoon demolisce tutti i messaggi che chiedono prudenza
È il giorno più temuto perché potrebbe portare i numeri della pandemia a crescere ulteriormente, in un Paese dove il Covid ha già ucciso 260mila persone e ne ha contagiate oltre 12,7 milioni. Da mesi le autorità sanitarie avvertono di non festeggiare il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day), tradizionale festa che riunisce le famiglie americane e che si celebra proprio oggi. Stesso messaggio anche dal presidente eletto Joe Biden che, pur riconoscendo quanto questa ricorrenza sia sempre stata “un momento speciale” per la sua famiglia, su Twitter ha sottolineato che “il piccolo atto di stare a casa è un dono per i nostri concittadini americani”, postando una foto insieme alla moglie Jill, con cui onorerà la ricorrenza nella sua residenza a Wilmington, in Delaware. Ma lo schiaffo a tutti i moniti per contenere la diffusione del contagio arriva da Donald Trump che, a poche ore dalla sentenza della Corte Suprema che ha bloccato i limiti imposti dalle autorità dello stato di New York alle funzioni religiose per evitare le infezioni, ha incoraggiato “tutti gli americani a riunirsi, nelle case, nei luoghi di preghiera per ringraziare il Signore delle nostre molte benedizioni”. Parole contenute nel tradizionale messaggio ufficiale inviato in occasione del Thanksgiving che demoliscono tutti gli appelli alla prudenza per evitare un ulteriore peggioramento della già critica situazione della pandemia di Covid.
I timori delle autorità sanitarie – Con milioni di americani in viaggio per il lungo fine settimana del Ringraziamento, gli esperti di salute pubblica sono terrorizzati da ciò che sta per accadere, mentre gli Usa ieri hanno riportato 2.046 morti per il coronavirus, il numero più alto in un giorno dall’inizio di maggio. Il dottor Joseph Varon, chief of staff al United Memorial Medical Center di Houston, ha dipinto uno scenario a tinte fosche: “La mia preoccupazione per le prossime sei-dodici settimane è che se non facciamo le cose per bene, l’America vedrà i giorni più bui nella sua storia medica moderna“. “Il mio ospedale è pieno. Ho appena aperto due nuove ali in modo da poter ospitare i pazienti nei prossimi giorni, perché so che molte persone si ammaleranno dopo il Ringraziamento”, ha detto alla Cnn.
Gli US Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) prevedono tra i 294mila e i 321mila morti negli Stati Uniti entro il 19 dicembre. “Temo che l’impennata della festa del Ringraziamento si aggiungerà a quella che diventerà l’ondata di Natale. Dobbiamo capire che siano in una condizione molto pericolosa”, ha avvertito da parte sua Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy presso l’Università del Minnesota.
La sentenza della Corte Suprema – Ha cancellato le restrizioni imposte dal governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, sul numero di presenze nei luoghi di culto per contenere i contagi da Covid-19. La Corte ha infatti accolto il ricorso presentato da organizzazioni religiose e dimostri il peso nel supremo organo giudiziario Usa della nuova giudice ultracattolica Amy Coney Barnett, nominata da Donald Trump in sostituzione della scomparsa Ruth Bader Ginsburg, e che ha portato dalla sua gli altri cinque giudici conservatori contro i tre di nomina democratica contrari. Insieme a loro ha votato anche il presidente della Corte, John G. Roberts.
Nel loro ricorso alla Corte Suprema, la diocesi cattolica di Brooklyn e l’Agudath Israel of America avevano obiettato che le restrizioni imposte dal provvedimento di Cuomo erano più severe di quelle imposte per altri luoghi pubblici e che questo confliggeva con la clausola sulla libertà di religione del Primo Emendamento della Costituzione americana. Una tesi, questa, accolta dalla maggioranza dei giudici supremi, che nella principale motivazione alla sentenza scrivono che le regole sui luoghi di culto dello Stato di New York “sono molto più restrittive dei regolamenti relativi al Covid posti finora all’esame della Corte, molto più stringenti di quelle adottate da molti altri enti colpiti duramente dalla pandemia e molto più severe di quelle che hanno dimostrato di essere necessarie per impedire la diffusione del virus” nei luoghi di culto.