Che dire del tutorial su come fare spesa al supermercato in modo sexy mandato in onda durante la trasmissione Detto Fatto? A parte che io non supererei il test, e più che Giovannona Coscialunga assomiglierei piuttosto a Bridget Jones, si può dire che sia stato ridicolo, degradante, smisuratamente superato. Crearlo e mandarlo in onda è stato un errore, anche se in tutta onestà intellettuale in giro circola di peggio, anche più nocivo.
Di siparietti con donne svestite che si atteggiano a bambolone, senza arte né parte, la televisione ne ha sfornati e continua a sfornarne a palate. E beninteso, il problema non è la donna discinta che recita, canta, balla, che fornisce una forma artistica di intrattenimento. È la donna svestita, oggetto inanimato, e punto.
Lo sketch su come essere procace e intrigante al supermercato, più che dannoso è svilente perché mette in scena il passo del gambero di una certa rappresentazione femminile. E riporta la televisione (io non guarderei quel programma neanche se ne avessi una e mi regalassero l’abbonamento Rai in perpetuum) e una fetta d’Italia direttamente in prima base. Il risultato che scaturisce da questo flebile tentativo di svagare la propria audience, dà la sensazione di riavvolgere il nastro a un’epoca obsoleta, riposta con sollievo negli scaffali della memoria.
L’intento sembra quasi una chiamata alle armi per una rivoluzione sessuale già consumata da tempo, quasi che il sogno segreto delle donne moderne (in primis le casalinghe a cui il programma in quella fascia oraria è destinato), sia vestire panni provocanti per scendere sotto casa a comprare un chilo di mortadella o una confezione maxi di rotoli di carta igienica multivelo. Seducenti, ma mai volgari. Of course, mon cher.
C’è un sottotono paternalistico, come a voler emancipare un certo tipo di donna, mandandola alla guerra per le ragioni sbagliate, immolarla affinché coloro che vengano dopo di lei possano, finalmente, sentirsi libere di andare alla Lidl in tacco dodici e shorts di pelle. Fiere, infine, di calcare quei corridoi colmi di offerte due per uno, come vere stelle da palcoscenico.
Questi minuti forniti da Mamma Rai danno l’idea di qualcuno che ha già iniziato a correre, ma che deve ripartire per la falsa partenza di qualcun altro.
La donna del 2020 non ha bisogno di andare al supermercato vestita da festa di laurea, perché ordina su Deliveroo. Non deve essere sensuale mentre è in fila alla cassa, perché ha altro da fare: lavora, esce di casa presto e torna alla sera. E quando torna ha un marito che ha già cucinato, che ha già fatto lui la spesa. La donna del 2020 ha deciso che il termine sexy, compiaciuto termine di una certa cricca di uomini, è demodè quanto dire sbarbina, sfitinzio o cucador.
Il problema vero è la connivenza intellettuale di chi manda in onda questi “contenuti”. Gli autori e chi ne autorizza il soggetto, chi vigila dall’alto, chi si presta a farlo. Sono il mittente e l’intermediario. È chi china la testa in nome di un lavoro e mai di un ideale. Chi dice di sì quando dovrebbe gridare no, chi baratta la fama dei piccoli con l’integrità. Chi quando avverte una fitta di disagio non si lancia in una resistenza personale, sebbene priva di garanzia di successo.
Venticinque novembre: giornata contro la violenza sulle donne. Ingessato promemoria di quello che tutti (soprattutto gli uomini) dovremmo fare meglio, meno, diversamente. Chi si interessa delle donne, le ama e se ne prende cura tutti i giorni. Anche crescendo figli che sono uomini, non solo maschi. Uomini che oltre a non demolirle fisicamente e psicologicamente, permettono loro di coltivare una carriera. Si assicurano che nutrano amicizie, le fanno prosperare senza reprimerle, facendole vivere nel loro tempo non negli anni Sessanta.
Qualche giorno fa The Guardian ha dedicato un articolo a Raffaella Carrà, definendola una che stava “dalla parte delle donne”. La Carrà ha fatto cose che voi umani del 2020 non potete neanche immaginare. Fu la prima a mostrare l’ombelico sulla tv pubblica, sensuale senza dover fare la svampita, simpatica senza essere innaturale, influential senza snaturarsi. Sapeva cantare, ballare, recitare e condurre.
La figura di donna ritratta su Detto Fatto di due giorni fa ci fa tornare indietro all’età della pietra, e fa sembrare la Carrà avanti duecento anni rispetto a oggi.