Diego Armando Maradona è stato “lasciato solo per 12 ore” dai sanitari che si sarebbero dovuti occupare di lui. È l’accusa lanciata dall’avvocato e cognato del campione argentino, Matias Morla, che posta un duro comunicato su Twitter chiedendo un’indagine approfondita sulla vicenda. “L’ambulanza è arrivata in ritardo di mezz’ora, un’idiozia criminale”, attacca ancora il legale. A suo parere quel ritardo avrebbe portato alla morte del Pibe de Oro, scomparso ieri a 60 anni.
Nel comunicato Morla afferma di ritenere “inspiegabile” il fatto che per “12 ore” Maradona non abbia ricevuto “le attenzioni e i controlli del personale sanitario assegnato a questo scopo“. Per questo l’avvocato, che parla di Maradona come di “un fratello”, chiede un’indagine. “Diego è stato un buon figlio, il miglior giocatore del mondo e una persona onesta”, conclude il comunicato.
Maradona è morto nella sua casa di Tigre, vicino Buenos Aires, dove si era sistemato in seguito all’operazione alla testa. L’intervento per rimuovere l’edema cerebrale, del 3 novembre, era andato bene, ma l’argentino era rimasto sotto osservazione, anche per alcuni episodi di confusione. Il 30 ottobre scorso aveva compiuto 60 anni. I medici legali che hanno realizzato mercoledì sera l’autopsia sul cadavere di Maradona nell’Ospedale di San Fernando, in provincia di Buenos Aires, hanno diffuso un referto in cui la morte viene attribuita a “insufficienza cardiaca acuta, in un paziente con una miocardiopatia dilatata, insufficienza cardiaca congestizia cronica che ha generato un edema acuto del polmone“. Si è infine appreso che lo studio realizzato per determinare le cause della morte sarà completato con analisi tossicologiche che nel giro di una settimana preciseranno se Maradona, prima di morire, ha ingerito farmaci, droghe o alcol.