Tranchant e senza peli sulla lingua come sempre, il conduttore ha commentato negativamente le manifestazioni d'affetto messe in atto dalla città di Napoli e da tutti i napoletani per la scomparsa del "Pibe de Oro", visto il contesto di emergenza Covid in cui si trova in particolare la Campania. Un parere condiviso anche dal collega David Parenzo
“Il Covid adesso è meno grave della morte di Maradona. All’improvviso la morte di Maradona surclassa il Covid come importanza mondiale”. Ha esordito così Giuseppe Cruciani aprendo l’ultima puntata de La Zanzara su Radio 24. Tranchant e senza peli sulla lingua come sempre, il conduttore ha commentato negativamente le manifestazioni d’affetto messe in atto dalla città di Napoli e da tutti i napoletani per la scomparsa del “Pibe de Oro”, visto il contesto di emergenza Covid in cui si trova in particolare la Campania. Un parere condiviso anche dal collega David Parenzo, che ha rincarato la dose.
“Senza nulla togliere alla morte di Maradona, un grandissimo campione del calcio, oggi ci sono anche altre notizie”, ha detto Parenzo. Immediata la replica di Cruciani: “Ma dai, ma non ce ne frega un ca**o, sveliamo tutto, tu prima hai detto ‘perché emozionarsi così tanto per la morte di una singola persona? Muoiono 700/800mila persone al giorno, perché stracciarsi le vesti?’, me lo hai detto tu, ‘era anche un cocainomane’, mi hai detto tu ‘non si può piangere un cocainomane'”.
“Non l’ho mai detto”, ha però puntualizzato Parenzo, “ho detto ‘poverino, è stato un grande eroe nazionale nel quale si sono rispecchiate generazioni’, dopodiché che fosse un noto cocainomane non lo dico certo io”. “Senti che retorica – ha incalzato Cruciani – intanto a Napoli si radunano vicino al murales, e chissà se faranno le multe. Le multe le faranno o no a Napoli secondo te? Devono farle o no?”. E Parenzo: “Certo che devono farle. Ma Maradona è stato un campione straordinario ok, dopodiché adesso c’è una piccola cosa che si chiama ‘pandemia’”.
“Posso dire? A Napoli non gliene frega un ca**o della pandemia. Immagino gente in lacrime – ha concluso Cruciani – Tu piangeresti per un singolo giocatore di pallone?”. La risposta: “No, piangere un parente o un amico, non un calciatore”.