L’ex direttore dell’Istituto di Medicina legale dell’Università di Padova, il professor Massimo Montisci, è stato sospeso per un anno dall’attività di docente universitario e dallo stipendio. Il provvedimento è stato adottato dal Collegio di disciplina dell’Ateneo a seguito dell’iscrizione del docente nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e truffa aggravata continuata, in relazione a prestazioni professionali private che avrebbe svolto nella struttura pubblica e con apparecchiatura dell’università.
E’ l’ennesima tegola per il professor Montisci che alcune settimane fa era stato rinviato a giudizio per due diversi filoni d’indagine e che a seguito delle inchieste si era autosospeso lo scorso giugno. Il rinvio a giudizio di Montisci riguarda i reati di favoreggiamento, depistaggio, falso ideologico e truffa aggravata, per la morte del pensionato Cesare Tiveron che nel 2016, a Padova, era stato investito mentre era bordo di un ciclomotore da un’auto della Regione Veneto, su cui si trovava il dirigente della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan. In quella occasione Montisci, incaricato dalla Procura, aveva sostenuto che la morte di Tiveron fosse stata causata da un infarto. Ma era stato smentito da altre perizie. Per questo dovrà vedersela in Tribunale. Il secondo filone (prima udienza il prossimo marzo) riguarda uno scambio di provette, in sede di analisi di reperti di un paio di persone pizzicate a guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Secondo l’accusa, avrebbe voluto evitare la conseguenza del ritiro della patente a due automobilisti.
La sospensione dall’insegnamento è stata decisa a causa delle prestazioni professionali private che sarebbero avvenute senza che Montisci avesse ottenuto le autorizzazioni dall’Ateneo. Effettuava visite e consulenze tecniche nonostante lo status di professore di ruolo a tempo pieno. Il Collegio di disciplina ha sentito la versione del docente, poi ha ritenuto di adottare il provvedimento – a prescindere dall’esito della vicenda giudiziaria – ritenendo le contestazioni disciplinari “pienamente provate e tali da ledere i principi del codice di comportamento”. L’inchiesta penale si è chiusa (ma non è ancora formalizzata nessuna richiesta di rinvio a giudizio) con una contestazione di reato tributario, per una evasione da un milione di euro.