Dopo settimane di trattative e almeno due candidati bruciati ancora prima dell'insediamento, l'esecutivo ha trovato l'accordo sull'ex prefetto di Vibo Valentia che per oltre 40 anni ha lavorato nell’amministrazione dell’Interno: "Il mio è un atto d'amore per la Regione", ha commentato. Conte: "Uomo delle istituzioni e per la legalità"
Dopo due candidati bruciati prima ancora dell’insediamento e almeno una decina di profili mai davvero in corsa, il governo ha trovato l’accordo per il nuovo commissario alla Sanità in Calabria. Il prescelto è il prefetto Guido Longo: a lui il compito di prendere il posto di Saverio Cotticelli, cacciato “con effetto immediato” quasi un mese fa dopo aver dichiarato a Rai3 di non sapere che spettava a lui preparare il piano Covid per l’emergenza. A dare l’annuncio della nuova nomina è stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Twitter: “Longo è un uomo delle istituzioni”, ha scritto, “che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità”. Longo è intervenuto poco dopo: “Ho accettato come atto d’amore verso la Calabria“, ha detto, “la Regione in cui mi sono formato professionalmente come funzionario di polizia. Il mio è anche un dovere istituzionale verso il governo, che mi ha scelto e che ringrazio”.
Le prossime settimane “saranno molto impegnative“, ha poi aggiunto il neo commissario in collegamento proprio a Titolo V, la trasmissione di Rai3 dove è scoppiato il caso Cotticelli. Nella sanità in Calabria ci sono “problematiche molto molto scottanti“, ha aggiunto. “Devo ancora arrivarci. Devo vedere un po’ come sta la situazione in modo reale. Si scrivono e si dicono tante cose, ma poi le cose bisogna guardarle e valutarle direttamente”, ha spiegato Longo. A chi gli chiedeva un commento alle parole del presidente facente funzione della Regione Calabria, Antonio Spirlì, che ha detto che il commissariamento è un’offesa alle capacità istituzionali dei calabresi, ha risposto: “Io sono un uomo delle istituzioni, se il governo mi chiama per un incarico io accetto. Non ho altre problematiche e non me le pongo”. In ogni caso Longo si aspetta “senz’altro” una buona accoglienza dalla Calabria: “Penso che collaboreranno parecchio con me”.
Dalla Sicilia ai casalesi: la carriera di Longo – Originario di Catania, Longo ha 67 anni e vanta una lunga carriera prima come poliziotto e e poi come prefetto. Per oltre 40 anni ha lavorato nell’amministrazione dell’Interno, ricoprendo importanti incarichi come questore e come prefetto. Il suo ultimo incarico è stato quello di prefetto di Vibo Valentia, che ha mantenuto fino al 30 maggio del 2018, giorno in cui è andato in pensione. In precedenza era stato questore di Reggio Calabria, Caserta e Palermo. Ha ottenuto risultati brillanti da questore di Caserta, quando assestò colpi particolarmente significativi al clan dei “casalesi”. Fu Longo, proprio da questore di Caserta, a coordinare le indagini che portarono all’arresto dei latitanti dei Casalesi Antonio Iovine, Michele Zagaria e, soprattutto, del capo assoluto del clan, Francesco Schiavone, detto “Sandokan“. Quindi la promozione a Prefetto e la sua nomina a Vibo Valentia, dove è rimasto per due anni. Ha lavorato a lungo nella squadra mobile di Palermo, sezione narcotici e omicidi. Ed è poi passato alla direzione investigativa antimafia, dove, come ricorda Repubblica, ha indagato sulla morte di Giovanni Falcone.
Le nomine bruciate e i candidati – Il caos Calabria ha tormentato l’esecutivo per molte settimane. Tutto è cominciato il 7 novembre scorso con la dichiarazione imbarazzante di Cotticelli sul mancato piano Covid, aggravata dalle giustificazioni successive (“Non ero lucido”, ha detto). A quel punto è stato chiamato in fretta e furia un uomo vicino a Leu, manager con esperienza di lungo corso nella sanità: Giuseppe Zuccatelli. Ma prima ancora di insediarsi è spuntato un video di maggio scorso nel quale lo si sentiva mettere in dubbio l’utilità della mascherina per fermare il contagio. Così è saltato anche Zuccatelli. A quel punto il governo è stato costretto, dopo giorni di temporeggiamenti, a cercare un’altra strada. Una prima soluzione sembrava potesse arrivare convergendo su Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza. Sembrava cosa fatta, ma neanche 24 ore (e mentre a fare notizia era il suo coinvolgimento nell’indagine sui concorsi all’università di Catania), Gaudio ha deciso di tirarsi indietro adducendo motivi personali e addirittura scaricando la colpa sulla moglie che non avrebbe voluto trasferirsi.
Il governo ha quindi dovuto ricominciare da capo la ricerca del commissario, mentre in contemporanea, da più fronti, continuava la spinta affinché fosse nominato Gino Strada. Svariate telefonate e contatti dopo però, con il fondatore di Emergency si è raggiunto un altro tipo di accordo: gestirà alcuni ospedali e avrà carta bianca sul campo. Per il commissario sarebbero serviti altri giorni di trattative, durante i quali le indiscrezioni si sono susseguite una dietro l’altra (per alcune ore si è ipotizzato il dirigente sanitario Narciso Mostarda). Una delle voci più insistenti è stata quella che voleva Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico scientifico, alla guida della struttura commissariale. Questa ipotesi è stata l’ultima a saltare, proprio oggi. Poche ore dopo, in serata, è arrivato l’annuncio che Longo sarà il prossimo commissario alla Sanità calabrese.