Se non fosse una questione delicatissima e importante la potremmo chiamare una telenovela, ma non è ancora stato scelto il commissario alla Sanità per la Calabria. È saltata anche l’ipotesi che a rivestire l’incarico fosse Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. Il chirurgo, con un un curriculum internazionale e da mesi al vertice del comitato tecnico scientifico, avrebbe chiesto al premier Giuseppe Conte di poter essere investito dell’incarico avendo poteri in deroga, ma la sua condizione sarebbe stata ritenuta non ricevibile. Solo questa mattina Miozzo a una domanda precisa mentre era ospite di Radio Capital aveva detto: “Io commissario in Calabria insieme a Gino Strada? No comment, io non smentisco niente. Posso solo dire che voglio molto bene a Gino Strada, abbiamo lavorato molto bene insieme”. Quello di Miozzo è solo l’ultimo nome a sfumare. Solo due giorni fa con una serie di veti incrociati non erano andati a buon fine né la candidatura di Narciso Mostarda, medico che dirige la Asl Roma 6, né quello di Luigi Varratta, già prefetto a Reggio Calabria. Senza dimenticare le dimissioni e il passo indietro di Eugenio Gaudio.
Il medico, che è in pensione, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, aveva chiesto il ritorno in servizio ed è proprio su questo punto che non si è raggiunto l’accordo. Il ritorno in servizio, con la relativa operativa, era ritenuto necessario per poter svolgere un incarico così sensibile per far fronte alle carenze in organico che riguarda il personale sanitario. Sul tavolo anche la richiesta di una squadra che avrebbe dovuto affiancarlo: circa 25 persone. Infine i poteri in deroga propri del commissario su cui non c’era garanzie.
Il premier Giuseppe Conte sperava di chiudere la partita a inizio della scorsa settimana, ma mercoledì dopo un confronto durato ore non era riuscito sciogliere il nodo. Eppure a un certo punto il nome di Mostarda, medico specializzato in neuropsichiatria infantile e management che nel 2009 è stato anche assessore in quota Pd a Frosinone, sembrava a un passo dal diventare il commissario alla Sanità della Calabria. E chiudere una vicenda cominciata tre settimane fa con l’addio dell’ex generale Saverio Cotticelli, costretto a un passo indietro per l’intervista a Titolo V nella quale aveva riferito di non sapere che toccasse a lui attuare il piano per fronteggiare la pandemia. Poi c’erano state le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli e la rinuncia lampo dell’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio. Ora la fumata nera nel Cdm.
Il primo flop del governo era stata la nomina di Zuccatelli, uomo storicamente molto vicino a Bersani ed ex candidato per Leu nel 2018. Era stato travolto dalle polemiche per un video del maggio scorso in cui diceva che “la mascherina non serve a un cazzo”. Frase che prima aveva ritrattato, salvo poi smentire la sua stessa retromarcia con un link di ImolaOggi inviato alla trasmissione di Rai 3. Per sostituire Zuccatelli era quindi emerso con insistenza il nome di Gino Strada, apprezzato dal Movimento 5 stelle e osteggiato dai vertici della Regione. Alla fine però per il fondatore di Emergency il governo avrebbe preferito un ruolo esterno. Palazzo Chigi aveva puntato allora su Eugenio Gaudio, medico cosentino ed ex rettore dell’università La Sapienza, ma a meno di 24 ore dalla sua nomina da parte del Consiglio dei ministri aveva rinunciato all’incarico, spiegando a Repubblica che la moglie “non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro“. Per giorni era stata vagliata l’ipotesi dell’ex investigatore di Mani Pulite Federico d’Andrea. Quindi il nome di Mostarda, poi Varatta. Infine aveva dato la sua disponibilità Miozzo. E la Calabria resta ancora senza commissario.
Secondo quanto riporta l’Adnkronos rispunta il nome di Mostarda, nelle prossime ore dovrebbe avere una conference call con i parlamentari calabresi del M5S, proprio per convincerli circa la sua disponibilità e l’impegno per risanare i conti della sanità calabrese.