In contemporanea con gli sconti parte la mobilitazione internazionale "Make Amazon Pay" per chiedere al colosso statunitense il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori. In Francia il gruppo ha accolto la richiesta di spostare la data del Black Friday. In Italia la data rimane confermata per un mancato accordo tra i rappresentanti dei rivenditori
In Francia Amazon accetta di far slittare gli sconti del Black Friday in attesa della riapertura dei negozi “tradizionali”. In Italia invece tutto procede come da copione. Con in più la Cgil che scende sul piede di guerra annunciando il ‘Red Friday”. Sottotitolo: “Sui diritti non si fanno sconti’, un’iniziativa a sostegno dei diritti dei lavoratori di Amazon che si svolge in contemporanea con la giornata d’azione mondiale ‘Make Amazon Pay’. “Il 27 novembre vogliamo narrare e far conoscere la realtà del lavoro in Amazon, una realtà diversa da quella patinata e perfetta raccontata nei suoi spot”, ha spiegato Tania Scacchetti della Cgil che è stata online su Collettiva.it accanto al segretario Maurizio Landini per parlare di “rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori, diritti sindacali, no a carichi e ritmi di lavoro usuranti, all’alta precarietà, a turni a volte impossibili, all’utilizzo invadente e pervasivo dei sistemi di controllo, alto turn-over”. Mancano all’appello i rappresentanti del governo che Oltralpe si sono invece dimostrati particolarmente attivi.
In Francia il gruppo si è mostrato responsabile – Lo slittamento del Black Friday francese al 4 dicembre è stato infatti deciso dopo una riunione al ministero dell’economia per permettere ai commercianti di riorganizzare la riapertura dei negozi prevista per il 28 novembre. “Vorrei evidenziare lo spirito di responsabilità di Amazon che ha accettato di considerare favorevolmente la proposta fatta dall’esecutivo” ha spiegato al quotidiano francese Le Monde il ministro dell’economia, Bruno Le Maire. Anche se per il presidente della Confindustria francese, Geoffroy Roux de Bézieux, l’intervento del governo non è sufficiente a garantire il futuro del commercio e della produzione francese: “il Black Friday è un’operazione commerciale internazionale. E’ come decidere di bloccare la marea che sale, il che, secondo me, è illusorio” ha spiegato il numero uno dell’associazione degli industriali d’Oltralpe.
Fatto sta che non è la prima volta che le istituzioni francesi si scontrano con il colosso americano dell’e-commerce. Nel maggio scorso, Amazon si era vista respingere la richiesta di cassa integrazione perché, secondo la magistratura francese, l’azienda aveva “in modo evidente violato gli obblighi di sicurezza e di prevenzione della salute dei suoi dipendenti”.
La versione di Amazon – Dal canto suo, Amazon ha tenuto ad evidenziare come anche in Italia il gruppo abbia fatto il massimo per tutelare i dipendenti e sostenere le piccole e medie imprese. “Sin dall’inizio della pandemia, abbiamo lavorato duramente per garantire la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, supportando le 14mila piccole imprese italiane che vendono nel nostro negozio e fornendo un servizio su cui i nostri clienti italiani fanno affidamento e che apprezzano – hanno fatto sapere dalla filiale italiana. Il Black Friday è un importante evento di vendita per le piccole imprese, con oltre la metà di tutte le vendite annuali su Amazon provenienti dalle piccole e medie imprese. Nel 2019, quasi 600 piccole imprese italiane hanno superato il milione di dollari di vendite su Amazon, mentre le vendite export totali dei nostri partner di vendita italiani hanno superato i 500 milioni di euro. Inoltre abbiamo investito più di 5,8 miliardi di euro in Italia dal 2010 e abbiamo creato oltre 1.600 posti di lavoro nel 2020. Infine oggi abbiamo più di 8.500 dipendenti in Italia”. Tutto questo in un contesto di relazione con le istituzioni “buone e improntate alla collaborazione”. Che però inevitabilmente si innestano in un contesto economico difficile con il commercio tradizionale messo a dura prova dal lockdown e dal Covid e con le relazioni sindacali sempre più tese, soprattutto sul fronte logistica.