Nel giorno della mobilitazioni internazionale per la tutela dei diritti e le condizioni lavorativi dei suoi dipendenti, il gruppo di Jeff Bezos annuncia la sua gratifica natalizia per i dipendenti della logistica. In tutto si tratta di meno di un decimo dei profitti aggiuntivi incassati dal gruppo grazie alla pandemia. La denuncia di Amnesty International, l'azienda è contro i sindacati e non garantisce la salute dei lavoratori
Amazon in contropiede, sbaglia il gol a porta vuota. Nel giorno della mobilitazione globale “Make Amazon Pay”, a tutela dei diritti dei lavoratori, il colosso dell’e-commerce annuncia che distribuirà 500 milioni di dollari (420 milioni di euro) come gratifica natalizia ai suoi dipendenti della logistica. Il premio a causa del “lavoro straordinario” a cui sono costretti quest’anno, in occasione delle festività, per via dell’emergenza Covid. Tanto? “In Italia, i dipendenti del settore logistico e i dipendenti dei fornitori, inclusi i corrieri che si occupano delle consegne di Amazon Logistics, che lavoreranno con noi dal 1 dicembre al 31 dicembre, avranno diritto a un riconoscimento economico di 300 euro lordi, se impiegati a tempo pieno e un importo riproporzionato, se lavorano con contratti part-time” annuncia Dave Clark, vice presidente delle Operations di Amazon.
Nei mesi della pandemia la società di Jeff Bezos ha aumentato i suoi ricavi del 40% rispetto all’anno prima. Nei primi 9 mesi dell’anno il gruppo ha incassato 260 miliardi di dollari, vale a dire 70 miliardi in più del 2019 che era già stato un anno record. I profitti hanno superato i 14 miliardi di dollari, ossia 5 miliardi in più dell’anno prima. Questo ancora prima che iniziasse il ricco periodo delle vendite natalizie che, per Amazon, si preannuncia a sua volta da record. In sostanza Amazon ha destinato meno di un decimo dei suoi guadagni aggiuntivi per premiare i suoi dipendenti. Nel frattempo, grazie al raddoppio del valore di borsa di Amazon, il patrimonio di Bezos ha superato i 200 miliardi di dollari, con un incremento di 50 miliardi nel corso dell’anno. La somma distribuita ai suoi dipendenti equivale ad un centesimo di questa cifra.
In diversi paesi Amazon è finita sotto accusa per i rischi a cui sono stati esposti i suoi dipendenti durante la pandemia. In Francia, lo scorso aprile, i tribunali hanno disposto la chiusura di alcuni stabilimenti per valutare l’adeguatezza della misure di sicurezza anti Covid. Il gruppo ha condotto rilevazioni nei suoi stabilimenti statunitensi da cui emerge un tasso di contagio inferiore rispetto a quello medio nella popolazione.
La denuncia di Amnesty International – “Dall’inizio della pandemia da Covid-19 i lavoratori e le lavoratrici di Amazon stanno andando incontro a grandi rischi per la loro salute e sicurezza, eppure la loro capacità di denunciare le condizioni di lavoro e di svolgere trattative collettive è minacciata dal gigante delle vendite online”. Lo ha detto Amnesty International presentando, in occasione del Black Friday il rapporto “Amazon lasci i lavoratori organizzarsi in sindacato“, che descrive in che modo l’azienda tratterebbe i lavoratori in Francia, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Dalle ricerche dell’associazione, è emerso come il gigante delle vendite online avrebbe contrastato i tentativi dei lavoratori di organizzarsi in sindacato ed avviare trattative collettive, attraverso la sorveglianza negli Usa e la minaccia di azioni legali nel Regno Unito, e non avrebbe assunto provvedimenti-chiave per assicurare la salute e la sicurezza dei lavoratori in Francia e Polonia