La procura di Potenza, competente sui magistrati di Lecce, Brindisi e Taranto, ha chiesto di condannare anche un medico, all'epoca primario di Ortopedia del "Vito Fazzi", e un'avvocata. Il primo è accusato di aver garantito ad Arnesano corsie preferenziali per visite in cambio dell'archiviazione di un fascicolo per lesioni a suo carico e l’interessamento per un’altra inchiesta
È un conto salato quello chiesto dalla procura di Potenza nei confronti dell’ex pubblico ministero di Lecce, Emilio Arnesano, arrestato nell’inchiesta “favori e giustizia” che svelò il presunto “aggiustamento” di indagini e processi in cambio di regali, favori e prestazioni sessuali. Il procuratore di Potenza Francesco Curcio e il sostituto Anna Piccininni hanno infatti chiesto al tribunale la condanna a 12 anni e 6 mesi di carcere per l’ex magistrato. Al termine della lunga requisitoria i pubblici ministeri lucani, competenti per i reati commessi dai magistrati del distretto di Lecce, Brindisi e Taranto, hanno inoltre avanzato altre due richieste di condanna: 4 anni e 6 mesi per il medico 60enne Giuseppe Rollo all’epoca dei fatti primario di Ortopedia del “Vito Fazzi” di Lecce e 2 anni per l’avvocatessa 36enne Manuela Carbone.
Per il primo l’accusa è di aver garantito al pm Arnesano corsie preferenziali per visite specialistiche in cambio di favori ben più grossi: l’archiviazione di un fascicolo per lesioni a carico del medico e l’interessamento per un’altra inchiesta simile alla prima. Per la Carbone, invece, l’accusa è di aver chiesto e ottenuto l’intervento del magistrato inquirente per la chiusura di un procedimento disciplinare aperto dall’ordine degli avvocati nei suoi confronti. In cambio, secondo la procura di Potenza, ci sarebbe stato un incontro a sfondo sessuale. Per altri due imputati, l’ex direttore generale dell’Asl di Lecce Ottavio Narracci e Carlo Siciliano, responsabile di Medicina del Lavoro dell’ospedale, i difensori hanno chiesto di procedere con il rito abbreviato: per loro si tornerà in aula il prossimo 11 gennaio. Per Narracci l’accusa è di aver corrotto il magistrato per pilotare un processo nel quale Narracci era accusato di peculato. In cambio dei suoi interessamenti a favore dei due medici, Arnesano avrebbe ottenuto gratuitamente due battute di caccia e uno sconto di 17mila euro sulla barca di dieci metri comprata da Siciliano oltre all’assunzione per un certo periodo di parenti e amici.
La procura ha inoltre chiesto tre assoluzioni per l’inutilizzabilità di una serie di intercettazioni. Si tratta dell’avvocato Augusto Conte, avvicinato per chiudere l’affare Carbone, dell’avvocatessa Federica Nestola e dell’avvocato Mario Ciardo: Arnesano avrebbe “sistemato” l’esame per l’iscrizione all’albo degli avvocati della Nestola ottenendo da Ciardo, componente della Commissione dell’esame di Stato nel 2017, la traccia di una materia della prova orale. La donna, anche in questo caso, secondo l’accusa avrebbe offerto in cambio prestazioni sessuali. Le indagini svelarono come nell’ufficio del pm ci fu un incontro fra lui, Ciardo e Nestola in cui furono “definite le domande” da porre alla candidata. Ancora sesso, Arnesano l’avrebbe ottenuto dall’avvocato Benedetta Martina (che ha scelto di patteggiare una pena) per la quale avrebbe pilotato procedimenti penali dei suoi clienti. La vicenda suscitò clamore e creò un vero e proprio terremoto nel Salento. Nelle prossime settimane la parola passerà ai difensori di Arnesano, Rollo e Carbone e poi il tribunale potentino si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.