La riduzione non riguarda i pensionati, i dipendenti pubblici né quelli privati che abbiano continuato a lavorare come sempre. Chi è in cig a zero ore invece non matura la gratifica perché la cifra spettante è già compresa nel bonifico mensile dell'Inps. Chi è in cig a orario ridotto ne ha diritto ma solo sulle ore lavorate. Nei giorni scorsi il governo ha valutato la possibilità di riconoscere ai cassintegrati un "bonus di Natale", ipotesi poi sfumata per mancanza di risorse
A breve arrivano le tredicesime. E la Cgia di Mestre ha già iniziato a fare i conti su quale sarà l’impatto del Covid, arrivando alla conclusione che l’importo complessivo scenderà di 3 miliardi rispetto allo scorso anno, fermandosi a 30 miliardi. Ovviamente però non c’è alcun automatismo e la riduzione non riguarda i pensionati, i dipendenti pubblici né quelli privati che abbiano continuato a lavorare come sempre, magari in smart working. Ad essere interessati dalla decurtazione sono solo i lavoratori in cassa integrazione. In particolare chi è in cig a zero ore non matura la mensilità aggiuntiva perché la cifra spettante è già compresa nel bonifico mensile dell‘Inps, chi è in cig a orario ridotto ha invece diritto ai ratei di tredicesima solo sulle ore lavorate. Non è un caso se nei giorni scorsi il governo ha valutato la possibilità di riconoscere ai cassintegrati un “bonus di Natale“, ipotesi poi sfumata per mancanza di risorse.
Il punto di partenza è che la tredicesima mensilità è una parte di retribuzione che in condizioni normali viene versata in un momento successivo a quello di competenza, cioè appunto a fine anno prima del Natale. Visto che Cassa integrazione, Fondo di integrazione salariale e Cassa in deroga sono calcolate sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, l’assegno che il lavoratore in cig a zero ore riceve ogni mese comprende già i ratei di tredicesima che gli spettano. Anche se questa aggiunta in moltissimi casi non viene percepita. Perché sulla carta l’integrazione salariale arriva all’80% dello stipendio, ma nei fatti la normativa sulla cig prevede tetti massimi – 998,18 euro lordi se la retribuzione comprensiva dei ratei è fino a 2.159 euro, 1.199,71 lordi se a busta paga usuale supera i 2.159 – tali per cui si riceve meno dell’80% e non si riesce a godere di quella piccola parte di tredicesima cui si avrebbe diritto. Risultato: in ogni caso, a dicembre chi è in cig a zero ore non percepirà alcuna somma aggiuntiva.
Veniamo invece al caso di chi sia in cassa a orario ridotto per effetto di un calo dell’attività dell’azienda. Per la parte di cassa, ha diritto a titolo di tredicesima ad una piccola “aggiunta” alla cig che però percepisce di mese in mese. Per le ore di lavoro restate invece matura i ratei di tredicesima, che quindi gli verrà versata dal datore di lavoro. Naturalmente sarà più bassa rispetto a quella di un anno normale, in cui non è stato in cig.
Stando ai calcoli della Cgia, questo comporterebbe un “alleggerimento” della gratifica di “circa 100 euro per ogni mese di indennità (cig) ricevuta”. L’importo complessivo dei 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà quindi a 30 miliardi di euro, 3 miliardi in meno rispetto alla somma pagata l’anno scorso.