Avvocati contro. Alcuni giorni fa la penalista Rosanna Rovere, che è stata presidente dell’Ordine degli avvocati di Pordenone, ha rinunciato alla difesa di un uxoricida che ha ammazzato la moglie proprio nella notte della giornata internazionale contro la violenza ai danni delle donne. Ma la sua decisione è stata criticata da una presa di posizione dell’Unione camere penali del Veneto. Il legale era stato nominato da Giuseppe Forciniti, che si era presentato nella caserma dei carabinieri con le mani sporche di sangue dopo aver accoltellato la propria compagna, Aurelia Laurenti, a Roveredo in Piano. La rinuncia era stata motivata dal fatto che la professionista si è sempre impegnata a tutela delle donne maltrattate o uccise e non avrebbe garantito una difesa con la necessaria serenità. E lo aveva spiegato anche nel corso di alcune interviste.
Ma i suoi colleghi non sono d’accordo. “Il diritto di difesa va riconosciuto a tutti, indistintamente, agli accusati di ogni reato, anche del più bieco e ripugnante” ha dichiarato il presidente dell’Unione delle Camere penali del Veneto, il trevigiano Federico Vianelli. Si è sentito legittimato ad intervenire a causa del clamore suscitato dalla vicenda. “Nessuno di noi vuol mettere in discussione la libertà del difensore di fiducia di accettare o non accettare un incarico difensivo” ha spiegato. Si tratta pur sempre di liberi professionisti, cui spetta un vaglio delle cause su cui cimentarsi. Eppure ha aggiunto: “Ma questa libertà non può tradursi nel rilasciare pubbliche dichiarazioni sulle ragioni della mancata accettazione dell’incarico, perché ciò può pregiudicare la posizione giuridica dell’indagato/imputato (il che sarebbe già, di per sé, estremamente grave) ed al contempo getta una pericolosa ombra sulla figura ed il ruolo dell’avvocato”.
L’Unione delle Camere penali ha diffuso una nota per sottolineare come il ruolo del difensore non possa essere confuso con quello di una persona accusata di un reato. “L’Avvocato non difende le azioni dell’accusato/imputato, ma è figura indispensabile per garantire il suo diritto ad un processo giusto ed equo, perché solo all’esito di un processo siffatto uno Stato autenticamente democratico può giungere ad una sentenza, sia essa di assoluzione o di condanna. Questa è la ragione della indispensabile presenza dell’avvocato nel processo, garanzia da riconoscere a tutti, senza alcuna distinzione. Su questa tema equivocare non è possibile né consentito”.
È una posizione che gli avvocati hanno sempre sostenuto, attribuendo al loro ruolo in un processo penale un significato se non di sacralità, per lo meno di altissimo valore, perché riguarda la tutela degli individui, a maggior ragione se sottoposti ad arresto o indagine penale.
Aurelia Laurenti, 32 anni, è stata ammazzata con 8 coltellate dal compagno Giuseppe Forciniti di 33 anni. Al pubblico ministero lui ha detto: “Mi ha aggredito in camera da letto, è comparso un coltello con cui ha cercato di colpirmi. Mi sono difeso con una sola coltellata”.