Il cantautore bolognese si è raccontato ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera
Il padre medico, il lato artistico ereditato dalla mamma, la musica trovata presto e non lasciata più. Cesare Cremonini si è raccontato ad Aldo Cazzullo su Il Corriere della Sera. Cose note, anche perché il cantante ha dato alle stampe una sua biografia ormai diversi anni fa (Le ali sotto ai piedi, ndr), ma anche cose molto meno note e molto importanti. “Il successo può indebolirti: ingelosisce chi ti ama, spesso rende peggiore chi ti circonda. Solo un pagliaccio poteva sopravvivere a un cambiamento così grande. Per questo mi colorai i capelli di rosso”, racconta il cantautore bolognese a proposito di un successo arrivano molto presto, veloce come un treno, con Special 50 e i Lunapop. E quella volta che accompagnò dallo psichiatra un’altra persona, per finire a parlargli anche di sé: “La sensazione fisica di avere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. L’immagine si trova anche su Internet. “È questo?”, chiese. Era quello”. Lo spiega, Cremonini: “Braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua”. La rottura di un tabù, da parte del cantautore, importante perché di “supporto” a chi si trova nella sua stessa condizione. E un percorso di cura, il suo, con terapia farmacologica: “Cose leggere, di cui non parlo per rispetto a chi ha dovuto fare cure farmacologiche pesanti. Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. E mi sono ribellato all’eccesso di attenzione per tutto quel che proviamo, all’idea impossibile di poter esprimere ogni cosa, di comunicare questa slavina di emozioni da cui siamo colpiti”. L’occasione è buona anche per parlare di un libro di prossima uscita, scritto dal cantautore. Un libro che parla anche dei suoi amori: quello con Malika Ayane, per esempio, “un amore di dieci anni fa. Il nostro incontro fu bellissimo. Ci conoscemmo al Quirinale per un evento in cui dovevamo incontrare Napolitano. Dopo aver omaggiato il presidente sgattaiolammo per i corridoi del Palazzo eludendo la sorveglianza… Per conoscerci meglio, ci nascondemmo dietro a una tenda accanto a una finestra illuminata dal sole di Roma. Ora siamo amici, in ottimi rapporti”.