di Lucia Borroni

Sembrava il migliore, l’uomo giusto messo incredibilmente al posto giusto: Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente. Nel 1987 entra nei Forestali, facendo una lunga carriera sul territorio, in particolare in Campania dove opera contro le ecomafie della Terra dei Fuochi. Quando il Corpo Forestale passa ai Carabinieri, Costa diviene Generale di brigata. Non è un pivello in politica: ha alle spalle anni di collaborazione con l’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio. Con un curriculum così il mondo dell’ambientalismo italiano, così malamente sottorappresentato in politica, si aspettava un personaggio di riferimento, una figura iconica. Ci si aspettava forse troppo.

L’ultima, modesta immagine: il 21 novembre, Festa degli Alberi, Costa in diretta fb pianta… un rosmarino. La prossima dirompente iniziativa sarà probabilmente il rinvaso di una piantina di basilico, magari accompagnato dalla lettura espressiva della novella di Boccaccio dove un vaso di basilico gioca un ruolo centrale. Che tristezza. Per far capire senza equivoci che c’è stata una svolta nelle politiche ambientali ci vorrebbe un gesto forte, un’impresa a testa alta, un atto di coraggio politico.

A Trento vi sono tre magnifici animali selvatici, tre orsi, imprigionati in una gabbia . L’ispezione mandata dallo stesso ministro Costa ha messo in luce le tremende condizioni di detenzione dei tre orsi: “Nell’arco di 48 ore la situazione ha subito un grave peggioramento. Tutti e tre gli orsi versano in una situazione di stress psico-fisico molto severa, dovuta in primis alla forzata e stretta convivenza dei tre esemplari, contrariamente a quanto permette la base etologica di specie ed alle ridotte dimensioni degli spazi a disposizione. M49 ha smesso di alimentarsi e scarica tutte le sue energie contro la saracinesca della tana. Reagisce in maniera nervosa alla presenza umana. M57 si alimenta, ma ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata, prodromo di stereotipia. Presenta anche lesione cutanea nell’avambraccio sinistro, dovuto allo sfregamento nell’attività di cui sopra. DJ3, a causa della presenza e degli atteggiamenti degli altri due esemplari, spaventata, si è nascosta nel boschetto del recinto esterno, e non torna in tana per alimentarsi” (Estratto del verbale redatto dal Raggruppamento Carabinieri Cites del 21 settembre scorso).

I fatti: la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e l’orso rientra tra le specie particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio (artt. 1 e 2 della legge 157 del 1992). Costa ha mandato un’ispezione a settembre, ne ha letto gli esiti e non ha fatto nulla. Gli orsi sono ancora in gabbia, anzi, il Presidente della Provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, da sempre contrario alla fauna selvatica ( è quello stesso Fugatti della grigliata d’orso poi sventata dai Nas) intende catturarne altri. Un ministro inconcludente, direi. O forse non vuole alienarsi i voti dei leghisti trentini? Surreale.

E che dire della T-shirt con lo slogan “Io sto con Papillon”, sfoggiata dall’ineffabile Ministro in occasione della fuga dell’orso M49, ribattezzato Papillon dallo stesso Costa? Visto il nulla di fatto che ne è seguito, solo un gesto frivolo e, appunto, inconcludente. L’orso è un simbolo potente. Citando l’articolo di Zibordi apparso nel Vol. 1 di Simbiosi, l’orso è uno di quegli animali che costituiscono il “bestiario” intorno al quale i popoli europei hanno costruito il proprio immaginario.

Forse è per questo che il destino degli orsi del Casteller, detenuti senza colpe – se non quella di fare gli orsi – appassiona e mobilita tanti italiani. E’ una questione di buona gestione ambientale, ma non solo: va a toccare spazi interiori profondi con i quali siamo ormai raramente in contatto, e la cui riscoperta ci sconvolge e coinvolge. Cerchi di capirlo e di agire, caro Costa. L’autonomia della periferica Trento non può prevalere sulle leggi dello Stato e sui diritti della Natura.

LA RISPOSTA DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Dispiace leggere le parole sarcastiche della lettrice, soprattutto perché dovrebbe sapere che il rosmarino è un arbusto importantissimo, anche per l’impollinazione, tanto da essere utilizzato anche come corridoio delle api. Quello che lei definisce un gesto da poco conto è un impegno che ha coinvolto migliaia di persone in tutta Italia per la festa dell’Albero: quest’anno, non potendo organizzare eventi pubblici o spingere i cittadini in assembramenti, è stata scelta la formula simbolica di piantare anche sui terrazzi e balconi quel che si poteva. Il rosmarino è stata una scelta oculata anche in base alle caratteristiche agronomiche dell’arbusto. È chiaro che il focus sia la delusione per l’orso M49. È falso che non sia stato fatto nulla. È stato fatto tutto quanto possibile. E non è una differenza da poco conto. Sono stati inviati al Casteller i Carabinieri del Cites che hanno prodotto quella grave relazione che giace tutt’ora sul tavolo del procuratore. A lui la prossima mossa. Il Trentino è una provincia autonoma: una premessa giuridica che recentemente è stata considerata solida dalla giustizia amministrativa. Il Ministro ha avviato un’interlocuzione con numerosi Paesi stranieri, ma nessuno ha voluto accogliere i tre plantigradi ospiti al Casteller. Ha anche scritto alle regioni confinanti con il Trentino, che non si sono rese disponibili. Non si arrenderà, certo, e continuerà a esplorare tutte le vie possibili. L’aggettivo “possibili” non è però superfluo.

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