Per il governo, il Comitato tecnico scientifico e il Consiglio superiore di sanità lo sci durate le vacanze di Natale è fuori discussione. Ma le regioni alpine non si rassegnano e propongono che gli impianti possano rimanere aperti solo per gli ospiti degli alberghi, anche con un solo pernottamento, e per proprietari o inquilini di seconde case. Gli assessori di Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta hanno sottoscritto la richiesta e l’hanno sottoposta all’esecutivo. La richiesta arriva dopo la scelta di Svizzera e Austria: la prima ha già dato il via alla stagione, la seconda è in procinto di aprire.
“Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico”, sostengono gli assessori. “Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate. La soluzione che proponiamo al governo Conte permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova”, proseguono. “Il governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale“. Quest’ultimo punto è infatti ritenuto un requisito necessario per far partire la stagione: “Se la si intende vietare per evitare feste e momenti di aggregazione, si consenta perlomeno la mobilità tra regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte”.
La proposta, dicono, “deriva da un’attenzione particolare al mondo del lavoro e all’occupazione che l’industria dello sci genera sui nostri territori montani. Trovare un compromesso è d’obbligo, ne va della sopravvivenza della montagna, dei suoi lavoratori e del suo indotto di 20 miliardi”. Sabato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, in conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia ha spiegato: “Nessuno sottovaluta l’impatto di una chiusura delle attività sciistiche, però i numeri attuali non rendono compatibile una ipotesi di riapertura perchè vorrebbe dire esporre tutto il paese a una ripresa della curva epidemica“.